DI SFIDA IN SFIDA
La notizia dell'abbinamento con il Siviglia è stata presa con grande positività nello spogliatoio della Fiorentina. Perché se in un percorso trionfale che porta dritti ad una semifinale a farne le spese sono già state Tottenham, Roma e Dinamo Kiev, incontrare i campioni in carica in Europa League è soltanto una naturale prosecuzione. Per dirigenti e giocatori. Tante pacche sulle spalle e frecciatine per Joaquin (il più entusiasta del sorteggio) ma soprattutto una promessa da parte dello spagnolo ex Betis: segnare almeno un gol alla sua rivale di sempre per regalare a Firenze una finale che manca dal 1990 e che potrebbe riservare ai viola quello che negli ultimi anni è diventato un'avversaria quasi costante, ovvero il Napoli del mago di Coppe Rafa Benitez. La speranza di vedere una finale tutta italiana è ancora più che mai viva.
Montella, per adesso, non fa calcoli ma è chiaro che il pensiero alla trasferta andalusa del 7 maggio è già passato per la mente dell'aeroplanino che da adesso in poi (eccezion fatta, forse, per la partita con la Juve di mercoledì prossimo) doserà con sempre maggior attenzione tutte le forze a disposizione della Fiorentina, con l'obiettivo principale di arrivare al massimo della condizione per la sfida del Ramón Sánchez-Pizjuán ma anche con il preciso imperativo (in realta più personale che dettato dalla società) di non perdere terreno con le squadre che precedono i viola. La sfida con il derelitto Cagliari, infatti, è senza dubbio fondamentale per le ambizioni di classifica dei viola e sfruttare lo scontro diretto del San Paolo tra Napoli e Sampdoria potrebbe regalare alla Fiorentina la possibilità di tornare al 5° posto e di mettere nel mirino anche il 4°, in attesa che poi - passata la Juve - inizi la parte in discesa del calendario (dopo i bianconeri gli avversari, nell'ordine, saranno Cesena, Empoli, Parma, Palermo e Chievo). Un altro tour de force (l'ennesimo) è dietro l'angolo.