COMMISSO, UNA VIOLA DIVERSA E IL NUOVO LAVORO CHE ATTENDE ITALIANO
Difficile esultare per un’operazione finanziariamente eccellente, anche per i più integralisti del bilancio, eppure è proprio dalla milionaria cessione di Vlahovic alla Juventus che può (e deve) ripartire la Fiorentina. In particolare proprietà e società sono finiti nell’occhio del ciclone per la rapidità con quale si è consumato un affare da 75 milioni, ma seppure la maggior parte delle critiche siano arrivate per non aver dato continuità sportiva a una stagione sorprendente (anche grazie ai gol di Vlahovic) per ulteriori giudizi occorrerà comunque attendere la fine del mercato.
Perchè è lecito immaginare un Commisso per niente soddisfatto di come siano andate a finire le cose, e probabilmente nemmeno di aver dovuto ingoiare il boccone amaro di una seconda cessione alla Juve dopo l’affaire Chiesa. Insomma al di là del crollo nei consensi (inevitabile quando il tuo miglior giocatore va a difendere i colori della rivale più antica) quella che sarà la reazione della Fiorentina, e del suo proprietario, resta l’incognita di cui tener di conto da qui alla prossima estate.
D’altronde con le ultime cessioni le casse societarie hanno respirato a pieni polmoni, esaurendo quasi tutte le eredità della precedente gestione, e a questo punto non sembrerebbero mancare nuove prospettive d’investimento da sovrapporre agli ultimi arrivi (Ikonè, Piatek e -probabilmente da domani- Cabral). Movimenti che disegnino ancora, e meglio, gli obiettivi di un club che quest’anno pareva aver imboccato la strada giusta per il ritorno in Europa, e che adesso pur dovendo far fronte a una partenza pesantissima ha l’onere-onore di dimostrare che non conta chi parte se chi arriva è funzionale al progetto tecnico.
Sarà perciò fondamentale anche capire come e quanto Italiano dovrà rivedere il lavoro fin qui svolto, adattando il gioco alle caratteristiche dei due nuovi attaccanti, per forza di cose diversi da chi li ha preceduti, e modellando i movimenti sulle fasce alla luce dei nuovi riferimenti offensivi. Schemi rinnovati, anche per il volto nuovo Ikonè, ma pure per gli altri esterni, visto che da Gonzalez a Saponara passando per Callejon e Sottil tutti dovranno saper cambiare i rifornimenti per Piatek o Cabral.
C’è quindi molto da fare, provando a sfruttare la sosta in corso e inevitabilmente aspettando che lunedì 31 gennaio si chiudano definitivamente le trattative (anche quelle impossibili da escludere per una Fiorentina che non ha dichiarato chiuso il mercato). Perchè solo dopo quella data sarà completata la ristrutturazione di un gruppo chiamato a fare a meno di Vlahovic, e perchè in ottica futura soprattutto la prossima estate misurerà tutte le ambizioni della proprietà.
Oggi finita nel mirino per un addio che verrà ricordato a lungo, ma che da un momento a un l’altro ha tutte le potenzialità e le disponibilità economiche per dimostrare che questa squadra può continuare il suo percorso di crescita. Anche senza un bomber da oltre 30 gol nell’ultimo anno solare.