CHIUSI ALL'ANGOLO
Non era l’attacco, la miglior difesa studiata da Prandelli per affrontare l’Atalanta. Tra le pieghe delle spiegazioni fornite dal tecnico nel dopo gara c’è anche il riferimento a una fase difensiva che non aveva abbastanza cattiveria, punita da una serie di rimpalli vinti a un minuto dall’intervallo che hanno portato al gol del vantaggio di Gosens. In quella percussione di un inarrestabile Zapata Prandelli individua la fragilità della sua Fiorentina, alla quale continua a mancare la giusta personalità e quella cattiveria necessaria per pungere gli avversari. E così anche l’esperimento di tener fuori Ribery e Callejon naufraga al cospetto di un’Atalanta che non deve nemmeno premere troppo sull’acceleratore (nonostante le fatiche di Champions) favorita da un centrocampo viola dove ormai Pulgar e Amrabat non fanno più né diga né filtro.
Il problema è che non solo la Fiorentina non si difende adeguatamente ma nemmeno pare metterci quello spirito necessario per organizzare qualsiasi azione degna di tal nome. Le pochissime occasioni viste a Bergamo non vanno oltre un tiro da fuori di Vlahovic e quello di Barreca nella ripresa, e quasi mai al termine una manovra orchestrata da più interpreti. La società dopo il k.o. di Bergamo si è detta furente come molti l’avrebbero voluta dopo la sconfitta di Roma (tanto netta quanto simile a quella di ieri sotto tanti profili) e per il momento ha scelto il ritiro fino alla gara con il Sassuolo, poi dalle risposte che arriveranno mercoledì sera si deciderà come proseguire.
Di certo la piega presa della classifica si fa preoccupante, non tanto per le distanze comunque assottigliate, quanto per l’apparente impossibilità mostrata da questa squadra di superare paure e angosce per giocare liberamente. Se come detto da Prandelli solo dopo il 3-0 di Toloi i suoi hanno cominciato a far girare palla con la testa sgombra c’è da augurarsi che non debbano essere sempre queste le uniche condizioni per vedere la Fiorentina metterci agonismo e cattiveria alla ricerca di un gol. La speranza di ripartire da quel guizzo contro il Genoa di Milenkovic è immediatamente evaporata a Bergamo, fin dai primi minuti di una partita in cui la vittoria dell’Atalanta è più o meno parsa qualcosa d'ineluttabile, quasi che la Fiorentina fosse un pugile che non riesce più a uscire dall'angolo.