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C'era una Volta in Viola, Cucciolo: la storia di Carlos Dunga

C'era una Volta in Viola, Cucciolo: la storia di Carlos DungaFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca
Ieri alle 17:57Notizie di FV
di Samuele Fontanelli

Quando pensiamo a quanto successo a Pasadena il 17 luglio 1994 la mente di tutti i tifosi azzurri va a Roberto Baggio. All'immagine del numero 10 per eccellenza del calcio italiano con le mani sui fianchi e lo sguardo basso dopo l'errore decisivo dagli undici metri. Capovolgendo la situazione però, se chiedessimo ad un brasiliano, lui ci racconterebbe di ciò che per noi sta sullo sfondo di quell'immagine, i giocatori della Selecao in trionfo per la vittoria del mondiale. Ecco, tra quei calciatori, insieme a fuoriclasse del calibro di Romario e Bebeto, c'è Carlos Caetano Bledorn Verri. È il giocatore che ha segnato l'ultimo rigore dei verdeoro prima dell'errore di Baggio, è il capitano di quel Brasile, è colui che 24 anni dopo Carlos Alberto alzerà al cielo la quarta Coppa del Mondo della storia dei sudamericani.

Probabilmente il nome Carlos Caetano Bledorn Verri vi ha tratto in inganno ma sono sicuro che avete già capito di chi sto parlando. Carlos Caetano Bledorn Verri infatti è più comunemente noto con il soprannome di Dunga. Tradotto dal portoghese all'italiano il termine "Dunga" significa "Cucciolo", l'ultimo dei sette nani, ma nel mondo del calcio Carlos Caetano Bledorn Verri è stato tutto fuorché un cucciolo. Nato a Ijuí, un comune brasiliano dello stato del Rio Grande do Sul, il 31 ottobre 1963 Carlos Dunga inizia la sua carriera con l'Internacional di Porto Alegre. Dunga è un mediano ruvido in fase difensiva ma abilissimo nella prima costruzione di gioco e ben presto delle sue qualità si accorgono anche in Europa. Ad acquistarlo nel 1984, nell'ambito dell'affare che porterà in viola Socrates, è la Fiorentina dei Pontello. La società gigliata però decide di lasciarlo ancora qualche anno a maturare in Brasile. Dunga gioca con le maglie di Corinthians, Santos e Vasco Da Gama e nel 1987 sbarca in Toscana. Non ancora a Firenze però. Prima di raggiungere la città dei Medici il brasiliano veste per una stagione la maglia nerazzurra del Pisa. Dopo una salvezza e una Mitropa Cup all'ombra della Torre Pendente Dunga è finalmente pronto per vestire il viola. 

Fin da subito si impone come uno dei leader dello spogliatoio gigliato e nel 1990 sarà uno dei protagonisti della cavalcata europea della Fiorentina fino alla finale di Coppa Uefa poi persa contro la Juventus. L'avventura gigliata di Dunga però finisce male. Nell'estate del 1992 Vittorio Cecchi Gori decide rivoluzionare la rosa e a centrocampo acquista il talento del Bayern Monaco Stefan Effenberg. Per il brasiliano non c'è più posto. Dunga è costretto a lasciare Firenze e dopo un'estate molto turbolenta si trasferisce al Pescara. Retrocesso in Serie B con gli abruzzesi il nazionale verdeoro gioca due stagioni con lo Stoccarda prima di chiudere la carriera tra Giappone e Internacional di Porto Alegre. Un leader, un giocatore ruvido che in carriera ha lasciato ben poco spazio allo spettacolo. Insomma, il meno brasiliano dei brasiliani che quel pomeriggio di estate del 1994 è entrato per sempre nella storia della Selecao.