BRUTTI, SPORCHI... E IMPAURITI

08.03.2021 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
BRUTTI, SPORCHI... E IMPAURITI
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2021

Di buono c’è il sussulto finale, la voglia di non arrendersi di fronte al cronometro che corre. Il gol del momentaneo 3-2 avrebbe potuto stendere la Fiorentina già barcollante per il pari incassato poco prima, per questo serve sottolineare lo slancio di Pezzella nell’azione che porta Iacoponi all’autogol. Perchè in quegli ultimi convulsi secondi si misura tutta la crisi di nervi viola. Una sindrome che attanaglia la squadra e che si manifesta all’improvviso con amnesie e disattenzioni quasi sempre fatali.

Anche ieri, anche in vantaggio grazie ai calci piazzati di Pulgar (unici sussulti di una gara in chiaro scuro del cileno) la Fiorentina si è prima fatta riprendere e poi sorpassare per gentili concessioni di Malcuit all’avversario di turno. Nel giorno in cui i tre centrali sono tornati a farsi apprezzare, anche in termini realizzativi, la Fiorentina scivola sulle corsie esterne, penalizzata dalle dimenticanze del francese a destra e dalle pecche di Biraghi dall’altra parte.

Nel corso dei 90 minuti è poi complicato ricordare azioni manovrate, idee messe in pratica attraverso un minimo gioco ragionato. La Fiorentina in campo è più lo specchio di scosse elettriche che pervadono il gruppo nei momenti di difficoltà che non una squadra che prova a giocare a calcio, magari tenendo palla a terra. E se il pari nel finale è comunque da salutare come un segnale positivo, il modo in cui i viola giocano una gara fondamentale lascia spazio a timori anche in vista delle prossime sfide, e di un calendario da prendere con le molle.

E' in tal senso che c’è da augurarsi Prandelli sia capace d’intervenire. Perchè se una spiegazione si può trovare alle difficoltà dei viola è da ricercare nelle paure e nelle incertezze palesate a scadenze regolari. Quella squadra destinata a calarsi nella realtà della salvezza, quel gruppo chiamato a tirarsi fuori dalle sabbie mobili della classifica, come ha ripetuto più volte l'allenatore, può e deve certamente giocare con il coltello tra i denti nelle prossime sfide, lasciando da parte il bel gioco come fanno le squadre abituate a salvarsi, spesso brutte ma cattive.  Ma affrontando e superando una volta per tutte quella paura che sembra bloccare testa e gambe un po’ a tutti.