"AMARCORD", C'era un tempo il derby dell'Appennino
Lo chiamano il derby dell'Appennino, definizione che affonda le radici in un calcio d'altri tempi e che richiama sapori antichi. Fra Bologna e Fiorentina scorre da sempre un rapporto di collaborazione e complicità, uniti contro il potere economico del nord e quello politico della capitale. Questo fino al 1990 quando ci fu il rogo, tragico, che sfigurò il tifoso bolognese Ivan Dall'Olio, per arrivare al 2005 quando calciopoli dividerà ulteriormente le due società con i felsinei che, si dice, retrocessero in serie B, anche, per le trame ordite dalla Fiorentina dei Della Valle. E allora noi vogliamo ricordare il derby dell'Appennino quando tutto era più semplice, quando tutto si riduceva allo sfottò, a qualche coro da curva a curva, ad una contestazione fatta di palle di neve. Era, infatti, il 27 novembre, nona giornata del campionato 77'-78', e la Fiorentina veniva da 5 sconfitte ed un pareggio nelle ultime sei partite. Non se la passava meglio il Bologna e quel derby era la classica partita da ultima spiaggia. Spettacolo mediocre, in una giornata tipicamente invernale, e uno 0-0 che pareva scritto. Fino all'87', quando Antognoni pennella su calcio d'angolo per Orlandini, il celebre "birillo", che svetta imperioso e realizza l'1-0 della speranza per i viola e della disperazione per il Bologna. La reazione del pubblico bolognese fu veemente ma innocua e si tradusse in una pioggia di palle di neve contro le due squadre che guadagnarono a fatica gli spogliatoi.
Ma c'è un altro ricordo struggente che caratterizza da sempre il derby dell'Appennino. Il 13 dicembre 1981 si disputa l'11° giornata del torneo del "meglio secondi che ladri" e pronti via, Eraldo Pecci, bolognese purosangue in forza alla Fiorentina, realizza l'1-0 con uno splendido tiro da fuori area. Il risultato finale sarà di 2-0 ma la partita passerà alla storia per la morte di un personaggio mitico dell'epoca, Piero Pasini, volto notissimo di 90° minuto, stroncato, nel corso della radiocronaca, dal dolore per quella rete subita dal suo Bologna. Sono passati 28 anni ma nell'era dei mercenari e del business a tutti i costi, sembra davvero il manifesto di un calcio che non tornerà mai più.