AJAX, Che formazione nella 'Hall of fame'
Se il nome dell’Ajax in sede di calcio internazionale regala sempre qualche brivido un motivo ci sarà, e tutti gli indizi portano alla sua storia passata. Senza andare a cercare il fasto assoluti degli anni ’70 dove nomi di richiamo ed egemonia nel calcio mondiale sono stati un binomio forse irripetibile per un club che rivoluzionò la concezione continentale del calcio, è impressionante il parco giocatori transitato dall’Amsterdam Arena anche solo nell’ultimo decennio. Firenzeviola.it ha provato a metterli tutti insieme, una rassegna di campioni che per fortuna dei viola sono ormai il passato di questa società, ma che hanno lasciato un segno importante sullo stesso terreno che ospiterà Gilardino e compagni il 26 di febbraio. Ecco una possibile formazione che avrebbe conosciuto pochi rivali se il tempo non le fosse stato nemico.
In porta non ci sono dubbi, il posto da titolare spetta ad Edwin Van Der Sar. Transitato senza successo dal campionato italiano, il numero uno orange (guanti da portiere compresi) si è consacrato al grande calcio grazie proprio all’Ajax diventando una garanzia in nazionale e un protagonista nel Manchester United fino alla parata decisiva sul rigore di Anelka nell’ultima finale di Champions League. Per la panchina è pronto una vecchia conoscenza viola, quel Bogdan Lobont abile nel guadagnarsi poi il soprannome di ‘gatto’.
Difesa ben fornita con un ipotetico schieramento a quattro che unisce ottime qualità soprattutto in fase di costruzione del gioco. D’effetto sarebbe una coppia centrale con Christian Chivu e Frank de Boer, sulle fasce il primo Jaap Stam a destra ancora supportato da una corsa prepotente e sulla sinistra un giovanissimo Maxwell in grado di assicurare gol ed assist retaggio di un inizio carriera da centrocampista offensivo.
Dalla panchina possono alzarsi molte alternative di livelo dal polivalente Danny Blind (una vita nell’Ajax) alle due delusioni milaniste, ma con rendimento ben diverso in Olanda, Winston Bogarde e Michael Reintzinger.
Dal centrocampo in su scendono in campo i grosso calibri, un misto di velocità, qualità e potenza che potrebbero supportare qualunque soluzione tattica. Ad esempio nel modernissimo 4-2-3-1 nel ruolo di frangiflutti Edgar Davids, motorino inesauribile della mediana e Wesley Snaijder che al Real Madrid adesso sta sperimentando tutte le difficoltà di unire qualità e quantità. La categoria dei trequartisti, così come delle ali d’attacco è ricca di interpreti, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Sulla destra il presente direbbe Rafael Van der Vaart (oltretutto più giovane capitano della storia dell’Ajax), ma le ultime cronache dicono che Marc Overmars, straordinario interprete del ruolo è tornato in campo a 35 anni nella Go Ahead Eagles (club di serie B olandese). Un addio troppo prematuro per uno dei più forti esterni offensivi in grado di lasciare il segno in Inghilterra (Arsenal) come in Spagna (Barcellona). Clarence Seedorf vorrebbe ancora oggi nel Milan agire in quel ruolo di trequartista centrale che più di una volta ha occupato in passato. Anche qui ballottaggio inevitabile con un pezzo di storia del club biancorosso, quel Jari Litmanen in grado di agire con efficacia nel ruolo di rifinitore alle spalle della punta. Sul centrosinistra qualche anno di meno permetterebbe all’allenatore di scegliere tra Ronald De Boer, e il mix di velocità e potenza che arrivava dalla Nigeria con Finidi George e Tiijani Babangida.
C’è spazio per un’unica punta, e non sarebbe facile dire a Dennis Bergkamp, Patrick Kluveirt, Nwankwo Kanu o al giovane Klaas Huntelaar (da gennaio sarà un giocatore del Real Madrid) di sedersi in panchina, ma con la condizione attuale di Zlatan Ibrahimovic è difficile che qualcuno possa avere qualcosa da ridire.
Niente paura Fiorentina, molti di questi nomi hanno già cambiato squadra, i più attempati hanno qualche chilo in più e si dividono tra carriere da allenatori e dirigenti. Miti e leggende del calcio stanno a guardare e possono dare consigli, l’attualità dei lancieri è ben diversa e può essere tranquillamente battuta sul campo da una Fiorentina ‘formato olandese’.