TERRACCIANO, Iachini mi chiama Piero. Salviamoci

08.04.2021 13:52 di Redazione FV Twitter:    vedi letture
TERRACCIANO, Iachini mi chiama Piero. Salviamoci
© foto di Federico De Luca

Intervista sui social del club per il portiere Pietro Terracciano della Fiorentina: "Con l'Atalanta sarà una partita molto difficile ma importante, il nostro avversario è in un ottimo periodo praticamente da 3 anni. Ci faremo trovare pronti perché abbiamo bisogno di punti a tutti i costi, saremo determinati. Hanno un attacco incredibile, ma domenica le statistiche non conteranno. Stiamo portando avanti il percorso con Iachini. Si sa che caratterialmente pretende molto, e tatticamente prepara bene le partite. Bene così, tocca anche le corde motivazionali, noi dobbiamo essere disponibili al 100% nei suoi confronti. Stiamo facendo il massimo. La salvezza è troppo importante, dispiace lottare per questa classifica ma quando ti trovi lì non puoi che lottare contro chiunque ti trovi davanti. Iachini ha ripreso da dove aveva lasciato".

Come si trova con i portieri?
"Siamo un gruppo affiatato. Con Rosalen è il terzo anno che lavoro, con Drago il secondo. Si è creato un ottimo rapporto con tutti, anche con Antonio (Rosati, ndr) che è arrivato da poco. Il clima è sereno e non ci manca nulla".

Quanto vi mancano i tifosi?
"Abbiamo una squadra giovane e la carica che il pubblico di Firenze dà è diversa da altri stadi, brutto dirlo ma sembra che ci siamo abituati al silenzio e dispiace. Il motivo per cui facciamo questo lavoro è dare gioia e coinvolgere la gente, ci manca. Speriamo che torni la normalità al più presto. I nostri tifosi ci hanno sempre dato un grosso aiuto sia in casa che in trasferta. Con loro si è instaurato un ottimo rapporto sin da subito, a Firenze sto bene e non l'ho mai negato: spero di andare avanti così".

Quale il giocatore preferito in Premier?
"Dico Alisson, facendo il portiere".

Quanto è cambiato il vostro ruolo?
"Il cambiamento sul gioco da dietro l'ho avvertito, quando ho iniziato io c'era meno predisposizione a partire da dietro. Ora devi essere preparato a 360°, entri nei discorsi tattici con l'intera squadra e non solo con la difesa. Ti dà più responsabilità e ti tiene coinvolto dentro la partita. Quando si tratta di sentirsi nel gruppo non siamo solitari, però".

Chi il suo idolo?
"Da piccolo Buffon, ancora in attività. E pure Toldo, l'ho sempre seguito e la sua maglia della Nazionale è stato il primo regalo calcistico che ho ricevuto".

Quale la parata più difficile della sua carriera?
"Forse l'anno scorso sul diagonale di Mkhitaryan a Roma, che ho toccato il diagonale sul palo. Dal campo forse non ci si è resi conto che l'avessi toccata, ma c'era un alto coefficiente di difficoltà".

Soprannome?
"Al campo Don Pietro, qualcuno dei tifosi forse San Pietro... Il mister però mi chiama Piero".

Chi il suo compagno di squadra preferito?
"Io, Biraghi, Castrovilli e ogni tanto Venuti siamo quelli del divanetto, dove ci mettiamo dopo l'allenamento. L'abbiamo comprato l'anno scorso".