RIGANÒ, Ecco perché non vado spesso al Franchi
Ospite del podcast della Fiorentina "Firenze sogna" oggi c'è Christian Riganò, storico attaccante viola che ripercorre la sua carriera con la maglia gigliata partendo dalle origini: "Lipari di solito la si sceglie per le vacanze, ma a livello calcistico è dura perché non ci sono le strutture per far cominciare a giocare a calcio un bambino. Si giocava per strada. E anche se il Lipari giocava in Eccellenza, non veniva nessuno a vederti".
Poi ha raccontato i momenti dopo la ripartenza dalla C2:
"La gente in quel momento triste aveva bisogno di aggrapparsi a qualcuno, e in quel momento si è aggrappata a me. Io dico sempre che sono stato un calciatore normale messo tra i grandi. Prendi la maglia viola, il numero nove e ti paragonano a Batistuta…".
La Serie C?
"Mi piace dire che a Firenze non mi sono mai sentito solo. In Serie C non bastavano gli stadi per tenere i tifosi che seguivano in trasferta: la gente era sempre tanta e dall'altra parte le società si sfregavano le mani perché l'incasso era quello della vita. In tanti mi dicono: era meglio in C2. Ma io dico no: era meglio solo perché è durata poco. Pronti-via ci sono stati subito risultati, poi c'è stato un po' di appannamento che ha pagato per tutti Vierchowod. Il che mi dispiace perché era una persona vera, in più non era colpa sua: in campo ci andavamo noi. A Rimini vincemmo 2-0 in notturna e lì abbiamo dato una mazzata a loro andando poi a vincere il campionato".
La Viola? "Questo è stato il mio regno per 2-3 anni. Mi sono sentito il condottiero di tutte le persone che venivano allo stadio. Qualcuno mi chiedeva perché non vengo spesso allo stadio, ecco: non ci vengo perché vorrei giocare ancora".