I Faticatori di oggi ed i fenomeni del futuro - Analisi del centrocampo viola.

08.01.2007 07:26 di  Marco Conterio   vedi letture
Se uno dei tanti modi per chiamare il centrocampo è "zona nevralgica", un motivo ci sarà: interdittori che spezzano le ripartenze avversarie, ali che danno velocità alla manovra, palleggiatori che dettano i tempi del gioco ed i registi che, folgorati da chissà quale luce divina, inventano giocate che deliziano il pubblico e propiziano goal. A Firenze gli esigenti palati dei tifosi sono sempre stati abituati bene: Iachini è l'icona del giocatore duro e rude, uno che rincorre l'avversario anche mentre torna in macchina verso casa; Dunga il centrocampista modello, ottimo in riproposizione, eccelso in interdizione, con piedi vellutati e visione di gioco unica; Rui Costa il numero dieci che, a ritmo di "portuguesa", ha fatto ballare più di una difesa avversaria. Quest anno invece? Fatti due conti, la risposta è tanto semplice quanto breve: il pubblico gigliato non può davvero lamentarsi. Liverani, nonostante la lentezza e qualche veronica di troppo, è uno che da del tu al pallone; Montolivo è il prototipo del centrocampista del futuro: un po' Pirlo ed un po' Kaka, fatte le dovute proporzioni, ovviamente. La coesistenza tra i due è uno degli argomenti clou di ogni post-partita che si rispetti; troppo offensivi con entrambi in campo? O è giusto puntare ad una trazione anteriore, visto l'anno di transizione? Di faticatori, poi, alla Fiorentina certo non mancano; Blasi non ha rispettato le aspettative, è vero, ma di Brocchi in annata giusta se ne contano sulle dita di una mano e l'ex parmense in fin dei conti ha saputo farsi rispettare, anche se è lecito attendersi di più da lui nel girone di ritorno. Pazienza sembra il protagonista di una famosa canzone di Ligabue, "Una Vita Da Mediano": un operaio del centrocampo, che si prende i cartellini alla faccia del bon ton, che se sul pallone è possibile arrivarci solo con il volto, si spaccherebbe anche il setto nasale pur di raggiungerlo. Gobbi è arrivato dopo una lunga ed estenuante trattativa portata avanti con Treviso e Cagliari ma i minuti giocati sono stati per lui troppo pochi per poterlo promuovere o bocciare in toto. Parlando di faticatori forse è giusto tenere per ultimo quello che, sotto la saggia ala di mister Prandelli, è maggiormente cresciuto, professionalmente parlando; Donadel, l'uomo dai sette polmoni, che per ogni passaggio sbagliato che fa, recupera cinque palloni agli avversari. Criticato e bistrattato per la sua tecnica non proprio eccelsa, è il classico giocatore ombra, utile in una squadra alla stregua di trequartisti ed attaccanti prolifici. Un capitolo a parte lo meritano le ali, centrocampisti atipici, perché offensivi, perché poco votati, per definizione, alla copertura: Jorgensen e Santana. Il primo, dopo un'annata non felice, si è riscattato con un campionato sopra le righe ed anche in questa stagione è una delle armi in più dei gigliati; ha trentuno primavere sulle spalle ma il suo furore agonistico e la sua forma atletica fanno spesso pensare l'esatto contrario. Lo stesso non si può certo dire per l'argentino, acquistato in estate dal Palermo; Santana è un ottimo esterno, veloce, con un grande controllo di palla, soprattutto negli spazi stretti, ma è propenso agli infortuni ed i lunghi periodi di stop che lo hanno tenuto ai box nel corso di questa stagione ne sono la riprova. L'oggetto misterioso per eccellenza, lo sfortunatissimo Do Prado, infortunatosi pressappoco al primo giorno in viola, è in procinto di partire, con destinazione ancora sconosciuta; l'unica cosa certa è che questo spezzone di stagione, potrà fare solo bene al venticinquenne brasiliano. Come operare dunque sul mercato? Partendo dal presupposto che i giocatori Prandelli li ha, ed anche di ottime prospettive future, come Donadel e Montolivo, è inutile "spendere per spendere". Con molta probabilità Corvino non apporterà nessuna modifica alla linea mediana gigliata durante questa finestra di mercato invernale e, nel caso lo facesse, sarebbe solo per scovare un giovane che possa sostituire Do Prado. Non c'è necessità di comprare quindi; meglio tenersi da parte le cartucce per la prossima stagione, per il mercato estivo, quello della caccia grossa, quando la Fiorentina avrà già sondato da tempo il campo e sferrerà i suoi attacchi decisivi per i pezzi da novanta, quelli che riporteranno immediatamente la Fiorentina, senza penalizzazioni di alcuna sorta, nel giro che conta.