BUCCHIONI, Il calcio è solo un pretesto per gli atti violenti
Enzo Bucchioni, vice direttore di QN e tifoso viola, analizza questa settimana di passione vissuta dal calcio nostrano.
Domenica nerissima per il calcio domenicale. Lei che idea si è fatta? Solo una tragica fatalità?
E' un misto tra fatalità, destino e imprudenza, ma c'è anche parecchia leggerezza e tanta delinquenza. Mi spiego. Quello che è accaduto all'autogrill è qualcosa di incredibile. Il poliziotto ha perso la testa, ma gli ultrà avevano in macchina strumenti che nulla dovrebbero avere a che fare con il tifo e con lo sport. E' la degenerazione che continua.
Non trova che i media forse hanno esagerato un po’? In fondo non è stato un incidente relativo ad una partita.
Sicuramente la questura di Arezzo non ha gestito al meglio la vicenda. Forse le cose andavano dette prima e con più chiarezza. E' evidente l'imbarazzo e forse la voglia inconfessabile di coprire un comportamento ingiustificabile. Anche se l'incidente non è relativo a una partita, gli ultrà hanno fatto presto a organizzarsi perchè non aspettavano altro. Con le nuove leggi è più difficile mettere gli stadi a ferro e fuoco e allora lo hanno fatto fuori.
Ci sono colpe da parte dei media?
Anche. In queste vicende tutti hanno colpa. Nell'episodio c'è stato un tam-tam irresponsabile, molte trasmissioni hanno diffuso notizie incontrollate e incontrollabile, che sono servite a riscaldare ancora di più il clima. Ma da anni certe trasmissioni e certi giornali non sono certamente un esempio di distensione e di buona educazione.
Era più giusto fermare l'intero campionato, oppure fare giocare tutti, anche Inter-Lazio e Roma-Cagliari?
Sicuramente sarebbe stato più giusto fermare tutto il campionato. In certe situazioni meno occasioni si danno e meglio è.
Quali le colpe delle forze dell'ordine e quali quelle degli ultras?
La polizia ha la colpa di non essere intervenuta, ma abbiamo saputo dopo che si tratta di una strategia.
Gli ultrà sono indifendibili, ma la figura peggiore la fanno sicuramente i magistrati che applicano sempre con indulgenza certe leggi. Se un cittadino normale avesse preso a calci una vetrina di un negozio del centro, come hanno fatto gli ultrà con i vetri dello stadio di Bergamo, resterebbe in galera per anni: questi sono già fuori. Ci vogliono pene dure e pene certe.
Il calcio è in mano a questi personaggi che non trovano altro che pretest per compiere violenza?
Purtroppo. Per troppi anni le stesse società hanno tenuto rapporti e hanno avuto come interlocutori i capi del tifo più violento. In certi casi li hanno usati, poi sono stati ricattati. Una spirale che deve essere interrotta drasticamente.
Ci può essere una matrice politica in tutto ciò?
Lo dimostrano i fatti e le indagini della polizia. Spesso il calcio è solo un pretesto. Per fortuna la curva della Fiorentina si è sempre tenuta al di fuori dagli schieramenti politici.
Si può parlare di frange terroristiche o il termine usato non è appropriato?
Quello che si è visto domenica, soprattutto a Roma, è un vero e proprio attacco allo Stato. Per due ore la città è sembrata zona franca. Giusto trattare questi delinquenti come eversori e terroristi.
E' giusto vietare le trasferte?
Sì, a tutte quelle tifoserie che non si comportamento entro rigidi canoni di sportività. Siamo all'emergenza e fino a quando il calcio non sarà ripulito i sacrifici devono farli tutti.
Lei avrebbe fermato il campionato dopo la sosta?
Lo fermerei se servisse, ma ho l'impressione che si debba lavorare in altre direzioni. Subito con la repressione, poi con i comportamenti e le leggi, dopo con la cultura. E' un lavoro lungo e difficile. Tutte le componenti del calcio (nessuna esclusa) e tutti gli organismi statali devono impegnarsi in un'unica direzione se l'obiettivo è quello di salvare il calcio.