"OCCHI PUNTATI SU", Sebastien Frey, numero 1 viola di maglia e di fatto

"Nemo profeta in patria". Non c'è che dire, i latini spesso ci azzeccavano e mai come in questo caso avevano regione. Dimenticato (o quasi) dall'allenatore della nazionale francese, Frey è ormai a pieno titolo uno dei primi tre portieri al mondo.
01.11.2007 03:27 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi per FV

Non sappiamo se sia il più grande portiere della gloriosa storia viola. Citiamo in ordine sparso…Sarti, Albertosi, Galli, Toldo (senza andare a riesumare la preistoria viola con Ballanti, Griffanti e Costagliola). La Fiorentina è sempre stato terreno fertile per i grandi portieri e qualcuno di questi sarà stato pure migliore della saracinesca francese, ma non è nostra abitudine giudicare (in primis), e giudicare senza l’ausilio della visione diretta (in secundis). Fermiamoci al presente allora e, almeno questo concedetecelo, Frey è uno dei pochi portieri che valgono come e più di un centravanti. Va bene Buffon (un po’ di sano nazionalismo non guasta), ma subito dopo arriva di diritto Sebastien che, ormai lo possiamo dire, è il vero numero uno della Fiorentina…di numero di maglia e di fatto.

Un vecchio adagio del calcio dice…”Datemi un buon portiere ed un ottimo centravanti, e vi solleverò il mondo”. Il mondo, per sgombrare subito il campo da dubbi, è quello calcistico e il vecchio saggio aggiungeva: "E anche un buon centrocampista" a formare quella spina dorsale (portiere, centrocampista, centravanti), caratteristica imprescindibile di ogni squadra vincente. Traducendo nelle cose di casa viola, il tris d’assi che dovrebbe portare in alto la Fiorentina, sarebbe formato da Frey, Montolivo (con in seconda battuta Donadel e Liverani ma attenzione a Kuzmanovic) e…il centravanti che fino a ieri era Pazzini mentre oggi chissà. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e Frey, anche ieri decisivo contro il Napoli, ha già portato un bel gruzzoletto di punti alla causa viola fornendo prestazioni in un crescendo rossiniano di rendimento. Per il centrocampista la lotta è aperta ma, (lo abbiamo detto più volta da questa tribuna) il giovane serbo Kuzmanovich sta sorprendendo un po’ tutti (forse anche Prandelli) che comunque lo stima oltre ogni misura. Difficile, quindi, fare un pronostico mentre per l’attacco qualche dubbio in più lo abbiamo. Pazzini deve decidere cosa fare da grande, se la prima punta (e quindi cominciare a fare gol) oppure il secondo attaccante, di supporto al primo e dedito a cucire l’azione di centrocampo con quella d’attacco. Vieri, da parte sua, non finisce più di sorprendere; giunto al 137° gol in serie A, la sua candidatura per un posto agli Europei non appare più una mera utopia. Prandelli all’inizio lo ha usato col contagocce, da qualche settimana, invece, il minutaggio del bomber pratese è in sensibile ascesa visto che in 10 giorni è sceso in campo due volte da titolare ed anche questo è, per lui, un motivo di soddisfazione.

Torniamo velocemente a Frey dicendo che un po’ è stato bravo e un po’ anche fortunato. Graziato da Sosa nel primo tempo, stoppa Lavezzi strozzandogli l’urlo del gol in gola e dulcis in fundo, salva ancora su Sosa, stavolta liberato da un errore di Dainelli. La fortuna sta negli episodi (vedi per esempio anche il gol, a nostro parere regolare, annullato a Sosa), e in quell’occasione, se c’era Zalayeta, eravamo probabilmente a fare tutti altri discorsi. Un portiere da 10 punti a campionato quindi, che (sembra) aver sposato definitivamente la causa viola.

Per chiudere qualche numero anche su Vieri. Forse meritava lui, più di Frey, la copertina ma ci sembrava un esercizio di banalità fastidioso e comunque siamo sempre a tempo a snocciolare qualche dato circa la prestazione di Bobone. 32 palloni toccati con una percentuale di giocate positive del 72%, due contrasti vinti, 5 tiri verso la porta (fra l’altro spesso centrandola) e 5 scambi con Mutu, anche in veste di assist – man come abbiamo visto nell’occasione del mancato raddoppio da parte del rumeno. Insomma, vogliamo dire che è il centravanti che mancava alla Fiorentina? Vogliamo dire che esercita su Mutu un carisma ed una forza persuasiva che esalta, nel contempo, le sue ma anche le doti del rumeno? Vogliamo dire che Prandelli ci ha messo tutta la buona volontà ma, piano piano, sta tornando al modulo ad una punta (alta e grossa), rinunciando al 4-3-3 e riproponendo il 4-3-2-1? Per stavolta sorvoliamo concentrandosi su Frey e sulla sua leadership all’interno della squadra. Però (altra citazione) “Il medico pietoso fa la piaga puzzolente” ed il problema Pazzini, un giorno o l’altro andrà affrontato seriamente. Qualcuno lo dica a Prandelli.