OCCHI PUNTATI SU..."Fiorentina - Juventus, la madre di tutte le partite"
Abbiamo scherzato. E poi, nessuno ci aveva avvertito che questo giovedì c’era da giocare una partita vera, da dentro o fuori, addirittura con un avversario di stampo europeo. Noi eravamo abituati a…che so, il Forte dei marmi, la Sestese, qualche volta la formazione primavera, ma non al…come si chiama? Groningen? Al massimo pensavamo fosse una squadra della prima categoria dell’Alto Adige, di passaggio a Coverciano per svolgere uno stage d’aggiornamento. Comunque il nostro dovere l’abbiamo fatto, il turno è stato passato, e adesso lasciateci in pace; domenica c’è la Juventus,
Ecco, ci piace immaginare così un dialogo tra gli undici di Prandelli e qualche tifoso, indispettito per la sofferenza provata, che all’uscita dell’Artemio Franchi rimprovera lo scarso nerbo messo in campo dalla Fiorentina, costretta a ricorrere ai rigori per superare il primo turno di Coppa Uefa. Solo così, in effetti, si potrebbe spiegare una prestazione a dir poco incolore, salvata dai “soliti noti” Sebastian Frey e Adrian Mutu, che ha visto una Fiorentina apparentemente svogliata e con la testa da un’altra parte. Del resto c’è da capirli, fra 48 ore arriva la Juventus che, ufficialmente è una neopromossa, ma ufficiosamente è il nemico con
La partita con la Juve dicevamo: si ha un bel dire che Firenze si è spogliata di quella veste da provinciale che in passato gli era stata cucita addosso. Si ha un bel dire che la partita con la Juventus è una partita come tutte le altre e che la Fiorentina guarda oltre quella maglia che sa tanto di strisce pedonali (e come tali destinate ad essere calpestate); si ha un bel dire, infine, che bisogna pensare ad un impegno alla volta, profondendo il massimo impegno e la massima concentrazione anche per un “normalissimo” Groningen. La Juve è la Juve e chi non lo ha capito, cambi mestiere (ci riferiamo a quello di tifoso). Donadel nel dopo partita tranquillizza tutti: “Certe partite si preparano da sole. Non sentiremo la fatica, anzi, non vediamo l’ora di giocarcela; se poi ripenso alla sconfitta di due anni fa…” Già, il 2-1 del 4 dicembre 2006, quello del ciuffo d’erba che deviò sul palo il tiro a botta sicura di Toni. Come vedete c’è sempre un motivo per avercela con la Juve, c’è sempre un motivo per pensare sempre e solo alla Juve e c’è un motivo anche per spiegare l’opaca prestazione di stasera contro il Groningen…aver pensato alla Juve.