"BOTTI DI CAPODANNO", Auguri a Pantaleo Corvino e "Spadino" Robbiati
"Ubi maior, minor cessat..." dicevano i latini, e allora facciamo subito gli auguri di buon compleanno al direttore Pantaleo Corvino per i suoi 59 anni. Il mago del calcio mercato viola nasce, infatti, a Vernole nella provincia di Lecce il 1 gennaio del 1950 ed è arrivato alla corte dei Della Valle nell'estate del 2005, portando in dote, tanto per gradire, i "colpi" di Luca Toni e Sebastien Frey. Ci fermiamo quì poichè per lui parlano i fatti e non servono tante parole. A Pantaleo vadano i migliori auguri di Firenzeviola.it e quelli, ne siamo certi, di tutti i tifosi viola. Facciamo uun piccolo passo indietro, ora, e torniamo al giorno di San Silvestro. La storia del campionato italiano di calcio è tradizionalmente povera di eventi per San Silvestro e Capodanno. Sono rare, quasi introvabili le occasioni nelle quali si è giocato nell'ultimo giorno dell'anno e addirittura casella vuota per quanto riguarda il primo gennaio, data riservata alle famiglie ed ai festeggiamenti anche per i giocatori di calcio. Ricordiamo un caso più unico che raro, e cioè un Genoa-Fiorentina disputato il 31 dicembre 1983, per la 14° giornata, con una Fiorentina in grande spolvero all'inseguimento della Juventus capolista. Era la Fiorentina di De Sisti, di Massaro n° 5, di Daniel Bertoni, Daniel Passarella, Giancarlo Antognoni che con Pecci ed Oriali formava il centrocampo delle meraviglie. Insomma la Fiorentina che, come disse testualmente Michel Platini, giocava il miglior calcio del campionato. Non fece eccezione la partita di Marassi in quel pomeriggio di San Silvestro con i viola sotto per 1-0 al 58' (gol di Briaschi) ma capaci di reagire e ribaltare il risultato con le reti di Pecci al 65' e di Paolino Pulici al 75'. Non fece eccezione, in quella giornata, neppure l'atavica ed endemica sfortuna della fiorentina che all'80', su innocua azione di calcio d'angolo, vide carambolare il pallone sulle ginocchia di Passarella e insaccarsi al sette della rete di Giovanni Galli, incredulo per l'accaduto e per il 2-2 finale. Fu in definitiva un punto buttato via, perso malamente e la rincorsa verso la testa della classifica subi un indesiderato e brusco stop.
E allora, dopo questo breve amarcord, siamo felici di tornare con la memoria alla Fiorentina di "fuffo" Bernardini, a suo modo, il 31 dicembre 1955, testimone di un evento storico. No, non parliamo del valore tecnico di quella squadra (comunque elevatissimo), piuttosto che di un campionato stravinto con 12 punti di vantaggio sulla seconda (il Milan), o ancora di 37 risultati utili consecutivi interrotti solo all'ultima giornata, in quel di Genova, da uno scellerato arbitraggio del signor Jonni di Macerata. Bensì della prima partita di calcio trasmessa dalla RAI, in rigoroso bianco e nero, e che vide protagoniste Fiorentina e Napoli. Teatro di tale evento, l'Olimpico di Roma, dove i gigliati si imposero sui partenopei per 4-2 con due doppiette di Montuori e Virgili, solo parzialmente compensate dalle reti di Vitali e Jeppson per il Napoli. Quella Fiorentina, dalla formazione recitata come una dolce cantilena... Sarti, Magnini, Cervato; Chiappella, Rosetta, Segato... si mostrò ancora una volta imbattibile, e continuò a veleggiare indisturbata verso il primo tricolore della sua storia. Se il calcio in televisione aveva bisogno di un valido spot per il futuro, non poteva scegliere miglior protagonista.
Facciamo un salto di circa 40 anni come ambientazione agonistica (stiamo parlando della stagione 93-94 che lo vide esordire in maglia viola) e di soli 15 per quanto riguarda la data di nascita perchè parliamo di Anselmo Robbiati che vide la luce a Lecco il 1 gennaio del 1970 e vestì per la prima volta in campionato la maglia viola il 29 agosto 1993 a Palermo nella prima giornata dello scellerato campionato di serie B del 1993-94. Subito una doppietta per lui in una partita stradominata e vinta dalla Fiorentina per 3-0 con i viola che usciranno dal Barbera di Palermo fra gli applausi dello sportivissimo pubblico siciliano. Robbiati si rivelerà negli anni uno dei giocatori più amati dal pubblico viola. Cominciava spesso dalla panchina per poi entrare nel secondo tempo e sfruttare la sua grandissima capacità di adattarsi immediatamente ai ritmi del match. Furono numerosissime, infatti, le partite nelle quali fu decisivo con un gol piuttosto che con una prodezza, magari una punizione dal limite, specialità nella quale eccelleva. Lo score di questo piccolo, esile ma geniale attaccante recita 129 partite in serie A con 21 gol, e 31 in serie B con 6 reti. Il suo palmares in maglia viola raccoglie la vittoria di quel campionato cadetto, una coppa Italia ed una supercoppa italiana, conquistate entrambe nel 1996. Vero e proprio pupillo del presidente dell'epoca, Vittorio Cecchi Gori, terminò la sua carriera all'Inter dopo aver giocato anche nel Napoli e milita tuttora in Lega Pro (la vecchia serie C) nel Figline Valdarno. Auguri quindi al "mitico" Spadino, giocatore mai dimenticato dalla Curva Fiesole e da tutta la Firenzeviola.