SERENA, prendiamo esempio dalla Spagna

Intervista Esclusiva Firenzeviola.it
10.03.2007 08:35 di  Raffaella Bon   vedi letture

Oggi è il compleanno di Michele Serena, ex difensore viola e ora allenatore nel settore giovanile del Venezia.
Firenzeviola.it ha colto l'occasione per intervistarlo e per porgergli i migliori auguri.
“Mi fa piacere mi avete preso in contropiede, vuol dire che ho fatto qualcosa di buono nei tre anni di Fiorentina”
Cosa fa attualmente?
“Io sto facendo il master a Coverciano ed alleno una squadra giovanile del Venezia. Sicuramente è diverso da fare il calciatore. Prima dovevi pensare con una sola testa ora per tante teste. Mi è sembrato un passo obbligato visto l’amore che nutro verso questo sport.”
Che ricordi ha di Firenze?
“Bellissimi, ricordi intensi. Non potrei mai dimenticare i tre anni trascorsi in viola. Ricordi positivi”.
Cosa pensa della Fiorentina?
“La Fiorentina potrà arrivare in Champions, anche se sarà dura. La squadra ha dalla sua parte un grande entusiasmo. Non era facile, ma Prandelli è stato molto bravo a lavorare psicologicamente sulla squadra. Anche se devo dire che sarebbe un successo arrivare anche alla Uefa, visto i quindici punti iniziali di penalizzazione. Ma i tifosi non sono mai soddisfatti e sarebbero felici solo per la Champions.
Siamo venuti a trovare la squadra con il gruppo di studio e vi posso assicurare che Prandelli non parla apertamente di Champions, anche se ci proverà fino alla fine”.
Palermo, tappa fondamentale per questa corsa?
“Penso sia una tappa fondamentale. Per arrivare in Champions deve rosicchiare i punti alle pretendenti, iniziando proprio da Palermo. La partita sarà difficile, anche se il Palermo non attraversa un periodo facile. Sono consapevoli che non devono perdere punti. La Fiorentina invece arriva a Palermo senza l’assillo di giocarsi la partita. Psicologicamente più difficile per il Palermo”.
Stando a contatto con i ragazzi cosa pensa della violenza negli stadi?
“Si è già dimenticato quello che è successo. E’ tornato tutto come prima. Tutto il mondo del calcio deve essere ridimensionato. Siamo lontani sia come tifo che come società da canoni inglesi”.
E i genitori che ruolo hanno in tutto questo?
“I genitori dovrebbero forse costruire un po’ di più i ragazzi. Dovrebbero insegnare e trasmettere loro un po’ più di disciplina e rispetto, soprattutto nei settori giovanili. E’ un male comune, tutti pensano di avere “campioncini” in casa. Io ho due figli che giocano a calcio e non mi permetterei mai di dire cosa devono fare”
Rimedi?
“In Italia si ha il vizio di enfatizzare molto. Io ho giocato un anno in Spagna e vi posso assicurare che lo stadio è un momento di aggregazione delle famiglie. Vanno allo stadio con i loro bambini, un panino e un bicchiere di Coca–Cola. Ma noi a questo non ci arriveremo mai. Il tornello vi assicuro non risolve il problema. L’unica cosa che serve è la certezza della pena. Le regole vanno fatte rispettare se uno deve finire in carcere ci deve finire e basta”.

Leggi la Storia Viola del 10 Marzo