LUPOLI A RFV, Travisate le mie parole su Firenze. La Fiorentina attuale sta alzando il livello
Arturo Lupoli, ex attaccante anche della Fiorentina, è intervenuto oggi a Radio Firenzeviola, durante 'Viola Amore Mio' : "Sto studiando a Coverciano con tanti allenatori: è un corso bello e interessante, si vanno a trattare tantissimi aspetti confrontandosi anche con chi ha già intrapreso questo percorso come per esempio Aquilani".
Come fu andare in Premier?
"A 16 anni presi questa decisione grazie all'aiuto dei miei genitori: quando ti chiama l'Arsenal fresco campione d'Inghilterra prospettandoti un progetto interessante è un po' più semplice. Ci sono stati tanti sacrifici da fare ma sono stati valorizzati perché sono entrato nel calcio che conta. La Premier è cambiata ma era prevedibile perché già ai miei tempi si vedevano tante cose diverse rispetto all'Italia che è rimasta un po' ferma. Io rifarei quella scelta mille volte".
Chi lo colpì dell'Arsenal?
"Sento tuttora Fabregas, andato al Como. Ci siamo rivisti per fare un saluto di recente, ma c'erano tanti giocatori forti di quella squadra. Quello che mi ha lasciato qualcosa in più forse è stato Henry: un ragazzo eccezionale, sempre pronto a darti il consiglio".
Cosa pensa della Fiorentina di oggi?
"Vista da fuori posso dire di aver visto una squadra che ha alzato esponenzialmente il suo livello. Raggiungere finali vuol dire cambiare prospettiva. Poi è chiaro che le finali perse lasciano l'amaro in bocca ma il percorso è stato incredibile. Vedo in maniera più che positiva la Fiorentina del futuro, ora bisogna solo trovare i tasselli per non interrompere questo percorso. Alzare il livello ora vuol dire quasi garantirsi il successo".
Cosa le è rimasto di Firenze?
"Voglio precisare una cosa: quando dico che l'esperienza di Firenze non è stata positiva intendo che in quella fase della carriera non è stata la scelta migliore per me. Era una squadra con campioni incredibili, ho fatto uno step troppo grande. Ci furono un po' di polemiche ma solo perché mi sono espresso male: non ero un giocatore da Fiorentina e forse uno step inferiore mi avrebbe portato più benefici. Detto questo, mi è rimasto tanto perché ho visto e imparato tantissimo. C'erano ragazzi come Jorgensen, Ujfaluji, Pazzini o Montolivo: mi hanno dato tanto".