L'EX DUCCI A FV: "IGOR MI CONVINSE SUBITO, ORA DA NAZIONALE. VOLEVAMO GIÀ ALLORA CABRAL E IKONÉ"
"La Fiorentina in questa stagione sta andando oltre le aspettative ma non mi meraviglia con un tecnico come Italiano". A dirlo a Firenzeviola.it in esclusiva è l'ex capo scouting viola Piero Ducci che all'inizio dell'era Commisso ha lavorato al fianco di Barone e Pradè. "Di lui ne parlavamo già tre anni fa perché io lo seguivo in C e in B e mi aveva fatto una buona impressione. Era il volto giovane che serviva per dare concretezza, animosità ed equilibri tattici alla squadra. La Fiorentina ora può vincere con chiunque ma si sta esprimendo oltre le sue possibilità; anzi voglio darle dei margini e dire che si è espressa al 98% del suo potenziale".
Riuscirà a raggiungere l'Europa, giocandosela con Atalanta e le due romane?
"Di queste quattro l'Atalanta è quella che ha i valori tecnici superiori ma ha avuto una stagione difficile ed ora nuovi equilibri societari. Questa svolta più internazionale non so quanto potrà pagare. La Fiorentina la reputo al pari delle romane anche se recuperare punti su di esse è difficile però i viola hanno una gara in meno perciò ha speranze. Di sicuro chi la spunta lo farà con il minimo scarto. Nella squadra viola vedo organizzazione e un gruppo unito e serio che va alimentato e ampliato per il futuro".
Cosa manca alla Fiorentina per essere di fascia europea?
"L'esperienza e la personalità, basta vedere quanto ha cambiato l'innesto di Torreira, che la Fiorentina già seguiva ma che non aveva potuto prendere, che ha queste caratteristiche. Anche perché Amrabat e Pulgar non erano registi, con lui la squadra ha fatto il salto di qualità. Lo seguivamo da tempo ma aveva un prezzo inarrivabile in quel momento. Per stare in Europa con continuità serve più personalità in tutti i reparti, più leader".
Diversi giocatori, che già c'erano con lei, sono cresciuti; chi l'ha stupita di più?
"Nessuno in particolare perché ne conoscevo il valore. Le precedenti stagioni erano stagioni con una proprietà e dirigenza appena arrivate, era un intervento a cuore aperto. Il primo anno siamo incappati in risultati negativi e cambi di allenatori che, pur riaddrizzando poi la stagione, hanno condizionato il rendimento dei giocatori. Sono state stagioni di assestamento ma abbiamo fatto un grande lavoro che avrebbe poi pagato come sta accadendo. Anche il lavoro di scouting fatto è tuttora utile, Cabral e Ikoné erano già nella nostra lista, ma il primo si fece male e il secondo costava troppo. Però le idee era già chiare".
Cabral dunque lo approva come acquisto anche se al posto di Vlahovic?
"E' un giocatore sicuramente diverso da Dusan, del quale non ha certo la fisicità e la dirompenza, ma ha buonissime capacità realizzative, sa gestire palla e tempi. Certo nel calcio italiano e di Italiano in particolare non è facile inserirsi subito ma l'impatto mi sembra buono grazie anche a quella stessa organizzazione di gioco del tecnico".
Un suo pallino era Igor, soddisfatto della sua maturazione?
"Fui un convinto assertore delle sue qualità, anche se in società c'erano altre idee, perché era il prototipo da Fiorentina: un acquisto ideale per ingaggio, non conosciuto è vero ma da crescere in termini calcistici. Inoltre è un sinistro, e ce ne sono pochi in giro, ha fiscità e velocità, con Italiano è migliorato tantissimo. Dove può arrivare? Vista l'età ha ancora margini per ambire anche alla nazionale brasiliana. E guardi da dove è arrivato in Italia, dal Salisburgo che selezionano in maniera meticolosa dalle società che hanno in Brasile. Con Italiano sta avendo la consacrazione".
Castrovilli lo vede cresciuto?
"Rispetto a quello che ho visto io sinceramente è in fase involutiva anche se per fortuna si sta riprendendo. Però vedo che ha perso quella qualità che per me era la sua forza ossia l'inserimento offensivo, ricordo che il primo anno aveva grande facilità di andare in gol. Ma probabilmente dipende anche dal nuovo ruolo che gli è stato ritagliato".