GUERINI A FV, CALCIO PIEGATO AL DIO DENARO. AVANTI, FIRENZE!
L'ex giocatore, allenatore e dirigente della Fiorentina, Vincenzo Guerini, abita ad Aci Castello (in provincia di Catania) dove seppure la situazione non sia grave come al nord regna la paura che arrivi il contagio di coloro che nel fuggi fuggi generale sono scesi in meridione. "Qui, poi, non ci sono le strutture sanitarie lombarde - dice Guerini in esclusiva ai microfoni di FirenzeViola.it - e quindi siamo intimoriti. Anche se so cosa stanno passando lassù, visto che ho le figlie a Brescia... La situazione drammatica, tant'è che pure in Sicilia siamo in isolamento".
Chiaramente, ora, dobbiamo fare i conti con la privazione della nostra libertà. Ma è giusto così, no?
"Ci mancherebbe. Anzi, purtroppo ogni giorno leggiamo che troppa gente se ne frega della salute degli altri. Non si è capito che il pericolo è contagiare i propri cari, le persone più deboli, patologiche. Non abbiamo ancora un senso civico all'altezza, in Italia".
Lo stesso discorso vale per il calcio: ci siamo accorti troppo tardi della gravità della situazione?
"Sì, ma secondo me hanno fatto finta di non accorgersene. Basti pensare alle partite di Champions... Le istituzioni si sono piegate al dio denaro, invece dovevano chiudere tutto subito. Anche se non so quanto sia servito, perché ci sono dei presidenti che vogliono portare i giocatori ad allenarsi, e questo è vergognoso. Facciamo così: chi vuole lo scudetto, lo prenda. Glielo diamo. Se Lotito lo vuole, gli diciamo 'Tieni, bravo...'".
Chiudere i centri sportivi è stato il minimo, dunque.
"Assolutamente. Mettiamo che i contagi calino, poi con quale stato d'animo vai ad allenarti? So che a livello economico sarà una tragedia, ma ci perderà più il calciatore o l'operaio? Dai... Anche il più stupido giocatore di Serie A guadagna un minimo di 40 mila euro al mese...".
L'Europeo è stato rinviato al 2021 per dar modo ai campionati di concludersi. È verosimile ripartire a maggio?
"Forse, ma in ogni caso sarà un campionato ridicolo. Ci sarà da giocare ogni tre giorni, con gente non allenata, altra impaurita o scappata. Non so che campionato sarebbe. E soprattutto non credo che, chi vincerà, lo farà con onore".
La Fiorentina incontrerebbe il Brescia, altra squadra in cui ha militato sia come giocatore che come tecnico.
"Mi posso immaginare in che stato d'animo. Io vivo in Sicilia, ma avendo tutti i familiari a Brescia mi rendo conto di cosa sta accadendo. Infatti ho appena perso un amico del cuore: Enzo Donina, ex calciatore che purtroppo se n'è andato a 69 anni. Aveva giocato nell'Atalanta, nel Vicenza, nel Bari, nella Reggiana... Ed è morto in quattro giorni a causa di questo famigerato virus, senza neppure che i familiari potessero sentirlo".
Prima parlavamo degli stipendi dei calciatori: c'è la proposta di non effettuare i pagamenti di marzo in Serie A.
"Sì, e mi lasci dire che ho letto di qualche giocatore e dirigente che vuole farsi aiutare dal governo: mi auguro sia una barzelletta. Penso che se il 99% dei calciatori di Serie A perdesse due mesi di stipendio non farebbe una rivoluzione".
Intanto qualcuno ha voluto compiere una donazione, come Ribery...
"Ma è normale, logico. Percependo certi stipendi penso sia umano e giusto esprimere la propria solidarietà economica".
Per sdrammatizzare, sui social è in voga un gioco tra tifosi viola riguardo a una partita che rigiocherebbero volentieri. Qual è la sua?
"Per quanto mi riguarda non c'è un solo episodio, ho nel cuore la Fiorentina perché ci ho lavorato ben 15 anni. Quindi preferisco leggere i racconti degli altri, che mi fanno ripensare a quegli anni meravigliosi".
Vuole lanciare un messaggio a Firenze in questo momento difficile?
"Conoscendo i fiorentini, so che torneranno più forti di prima. Il fiorentino è caratterialmente molto forte, basti pensare all'alluvione di cui ricordo la solidarietà e la forza mostrata dai cittadini. So che faranno così anche adesso".