BURGNICH A FV, Ecco perché temere Milito
Oggi i giocatori hanno soprannomi esotici. Un tempo erano più genuini, veri. Chiari e cristallini, soprattutto. Tarcisio Burgnich era “la roccia”, sinonimo di muro praticamente invalicabile, baluardo difensivo duro e puro. Dodici anni nell’Inter, il gol del 2-2 nella partita del secolo, Italia-Germania del ’70, Burnigch fotografa la Fiorentina formato europeo a poche ore dal fischio d’inizio dalla gara con i nerazzurri, in esclusiva per Firenzeviola.it. “Il Lione non aveva grandi motivazioni, essendo già qualificato, ma va da sé che i viola hanno fatto bene in Champions. Mancavano giocatori importanti, ma da centrocampo in su hanno giocato benissimo: Vargas, Marchionni, Santana e Gilardino hanno messo in difficoltà la difesa francese con la loro velocità ed a centrocampo ho visto un ottimo Montolivo”. Inter-Fiorentina è anche sfida tra grandi attacchi e tra giovani di spessore internazionale: Balotelli e Jovetic.
“Mario è un vagabondo, più facile da marcare. Non si muove tanto, aspetta la palla, ma se si gli lasci spazio ti salta nello stretto. Jovetic spende troppe energie nel rincorrere gli avversari, a volte in zona gol può essere stanco, ma tra i due avrei preferito marcare Balotelli. Gilardino? Dovrebbe andare anche sull’esterno: giocando solo centrale, alla Inzaghi, i difensori vanno a nozze. Certo, è un grande attaccante, ma con i piedi non è una cima e da solo in mezzo la retroguardia avversaria lo può marcare più facilmente”. Anche se, in Italia, Burgnich non vede ‘rocce’ dal grande avvenire. “Con il Lione ho visto bene Dainelli sulle palle alte, ma sugli attacchi centrali, contro centravanti come Eto’o e Milito, potrebbe soffrire gli uno-due veloci. Un nuovo Burgnich? Forse Santacroce del Napoli, tra i pochi adatti a marcare anche attaccanti veloci e non solo i marcantoni d’area di rigore”.