BERTELLI (CHELSEA) A FV, VIOLA PUOI RINASCERE: MONTELLA IL TECNICO PERFETTO. E CHIESA...
Da ieri sera c'è anche un po' di Firenze sul tetto d'Europa... League. Perché all'interno del Chelsea di Maurizio Sarri che ha alzato la seconda coppa più importante del calcio europeo per club c'è anche Paolo Bertelli, preparatore atletico nato a Firenze, ormai da tre anni nello staff della società londinese, dove entrò dai tempi di Antonio Conte, nonché uno dei tifosi viola più in vista del momento. Per scambiare qualche impressione sul momento attuale della squadra, FirenzeViola.it lo ha contattato in esclusiva. "Che soddisfazione, una grandissima gioia", il rapido commento sulla finale vinta ieri. Prima di addentrarsi con noi su qualche discorso legato alla Fiorentina.
Immagino che neanche lì a Londra ci fosse qualcuno che pensava ad una Fiorentina così deludente...
"Tu pensa che io sono stato attaccato a Sky Go a vedermi l'ultima partita con il Genoa da quanto ci sentivo. Un'annata così comunque può succedere... Che poi sono andato a vedermi qualche statistica e devo dire che la squadra le occasioni le creava, ma se non riesci mai a segnare allora è normale che ti capiti di subire un gol e magari perdere 0-1. Intanto prendiamo quel che c'è di buono: essersi salvati. Per la mia esperienza dico che passare attraverso queste situazioni negative ti aiuta in futuro, così impari dagli errori per non ripeterli più".
Qualcuno ha parlato del cambio di panchina come ulteriore elemento negativo. È d'accordo?
"No, non è giusto mettere soltanto Montella al centro delle critiche. Dirò di più: per me lui è perfetto per la Fiorentina. Non può avere tutte le colpe, così come non ne aveva di troppo grosse neanche Pioli. Il fatto è che nel calcio la questione mentale conta tantissimo, e si è visto anche nella partita di ieri sera. A un certo punto si è capito che chi avrebbe segnato per primo, avrebbe poi vinto. Comunque ho passato anche io momenti difficilissimi: a Firenze sono retrocesso due volte. Lasciando perdere quella del 2002, dove non si sapeva che fine avrebbe fatto la società, devo dire che quella del '93 fu incredibile, inspiegabile. Quando nascono stagioni negative, e riesci a uscirne, puoi provare a prendere le cose positive e ripartire".
Ripartire, certo. Ma come?
"C'è una squadra da rimodellare, magari tramite una cessione eccellente. Io credo che la Fiorentina il prossimo anno possa fare molto bene. Certo, è vero che se non si fanno gli stadi, in Italia, pensare di ridurre il divario col resto d'Europa rimane comunque difficile".
Parlando di gap, c'è chi dice che questo sia anche fisico, oltre che tecnico, tra l'Italia e l'Inghilterra. Potrebbe confermare?
"Qua c'è una cultura pazzesca, si allenano tutti al 110%, basti pensare che abbiamo rischiato di perdere Kanté in finale di Europa League per un infortunio avuto in allenamento. C'è più vicinanza con il rugby, e l'uno contro uno è più accettato rispetto che da altre parti. Ogni squadra poi ha atleti fortissimi. Ma è anche una questione di cultura sportiva, di ragazzi cresciuti con i valori fondanti dello sport: impegno, rispetto e accettazione della sconfitta. Qui se perdi 4-0 ma hai provato a giocare, sta bene a tutti".
Chiusura con Federico Chiesa. Nonostante l'annata storta della squadra è stato il migliore. Dove può arrivare?
"Parecchio in alto. Ma è adesso che comincia il difficile, pure se dovesse rimanere a Firenze. Ora infatti dovrà crescere, e maturare. Ma mi dicono tutti che in allenamento sia uno che va a mille. O quantomeno che si applica più del babbo! (ride, ndr)".