ITALIANO HA DECISO: RESTA ALLA FIORENTINA. LA SUA AMBIZIONE COME QUELLA DI COMMISSO. IL PIANO DI RAFFORZAMENTO. MA ADESSO OBIETTIVO EUROPA. A NAPOLI UN CALCIO FRA KLOPP E GUARDIOLA. CABRAL E IKONE’: AVETE VISTO?

12.04.2022 11:10 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
ITALIANO HA DECISO: RESTA ALLA FIORENTINA. LA SUA AMBIZIONE COME QUELLA DI COMMISSO. IL PIANO DI RAFFORZAMENTO. MA ADESSO OBIETTIVO EUROPA. A NAPOLI UN CALCIO FRA KLOPP E GUARDIOLA. CABRAL E IKONE’: AVETE VISTO?

Vado subito al sodo: tranquilli, non vi agitate, Vincenzo Italiano resterà a Firenze, anche l’anno prossimo allenerà la Viola, ma ne parleremo dopo.

Ora fatemi cominciare anche questa volta con i numeri visto che, fra l’altro, questo tipo di incipit porta pure bene: dunque, sono saliti a ventitré i punti in più della Fiorentina rispetto all’anno scorso. E ricordate perché da settimane ripeto questo ritornello?

Perché i soliti fenomeni del nulla e dell’apparire, quelli che pensano che il calcio sia solo un elemento chimico eppure ne parlano e ne scrivono, avevano cominciato a criticare l’allenatore.

Li ricordate quelli che “questo gioco non funziona”, “si prendono troppi gol”, oppure “ci vuole un difensore in più”, e ancora “la difesa è troppo alta”, e inoltre “non siamo buoni a tirare in porta”…Non vado oltre.

Bene, all’epoca delle prime assurde critiche i punti in più erano quattordici e il confronto mi serviva perché, pensai, se qualcuno fatica a capire il calcio forse i numeri lo possono aiutare…

Perfetto. Ora ci siamo. Ora sono arrivati tutti a capire che la Fiorentina è cambiata mettendo al centro il gioco e questa è la sua forza.

Un gioco diverso, moderno, europeo e tutto il merito è di quel fuoriclasse che sta in panchina chiamato Italiano che ha portato idee, mentalità, carattere, cultura del lavoro, coraggio, ambizione e la voglia di andare oltre tutti i giorni. Ha creato una squadra vera.

Che non vuol dire perfetta, attenzione, ma che è capace di giocare anche in modo fantastico come ha fatto a Napoli, crede in quello che fa, ha voglia di migliorarsi, si diverte a giocare, vuole centrare obiettivi e sa che attraverso il gioco, perfezionandolo e rendendolo più veloce, si potrà crescere ancora.

Questo è il calcio di Vincenzo Italiano nel quale nessuno resta indietro, tutti possono crescere e hanno la loro occasione e se lavori e ti concentri, con umiltà, impari i movimenti e la filosofia, puoi essere utile anche se (ultimo esempio) ti chiami Kokorin, un giocatore che sembrava perduto.

Un Italiano vero, cantava Toto Cutugno. E come vi scrissi questa estate senza essere un profeta, ma solo per aver visto come lavorava questo allenatore nello Spezia, ora l’Italiano vero ce l’ha la Fiorentina.

Sono comunque contento che adesso l’abbiano capito tutti (fino alla prossima sconfitta, non mi illudo) e sul carro c’è posto quando si tratta del bene della Fiorentina.

A Napoli, sono sincero, non pensavo neppure io che potesse andare così. Che la Fiorentina se la sarebbe comunque giocata, che avrebbe anche potuto vincere l’ho scritto e detto per tutta la settimana scorsa, questo è lo spirito, ma credo che questa volta la Viola sia andata oltre, abbia raggiunto un livello di calcio difficile da vedere nel campionato italiano.

Nella prestazione della Fiorentina non ho ammirato un calcio solo, ma un cocktail delle cose e delle idee migliori proposte da grandi squadre come City o Liverpool che si sono affrontate proprio domenica, il tutto miscelato e proposto alla squadra da Italiano in questi mesi e recepito con entusiasmo.

S’è visto il pressing con recupero palla alto e ripartenza verticale tipico di Klopp. Ho apprezzato la capacità di gestire, ma anche tenere palla e farla girare da una parte all’altra del campo con un tocco-due tocchi come piace a Guardiola. Bravi i due esterni Gonzalez e Saponara dentro il campo per diventare centrocampisti in fase di non possesso e aprire al triangolo con l’esterno basso. La ripartenza dal basso o il lancio lungo a seconda delle situazioni. Lo strappo per saltare l’uomo, ma anche la ricerca del fondo per andare al cross (il primo gol). Tutto un repertorio di cultura calcistica che ha letteralmente annichilito una grande squadra come il Napoli in lotta per lo scudetto che forse non si aspettava una Fiorentina così brillante e veloce. Ora sta bene anche fisicamente e giocare rapido fa la sua bella differenza. E all’interno di questa organizzazione di gioco si sono esaltati anche i singoli con delle prestazioni individuali di livello assoluto e parlo di Gonzalez e Igor, ma tutti comunque hanno fatto il loro andando oltre i limiti, compreso non aver fatto notare l’assenza di punti fermi come Torreira, Bonaventura e Odriozola.

E non voglio ritornare neppure a quelli “ora senza Vlahovic si precipita in zona retrocessione” o facezie del genere, e non riparlo di Ikonè o Cabral.

Quei due o tre che mi seguono di sicuro ricorderanno che ho cercato di spiegare, passo passo, quello che stava succedendo ai campini, quello che stava facendo Italiano, il lavoro personalizzato, i tempi necessari per inserire due giocatori che arrivavano da altri mondi calcistici a metà stagione. Serviva tempo, serviva capire quello che stava succedendo, serviva pazienza per dar modo all’allenatore di affinare il lavoro e ai giocatori di inserirsi. Tutto normale. Perfino banale per quelli che conoscono il calcio.

E così, puntualmente, due mesi e mezzo dopo eccoli qui. Ikonè con la sua tecnica e velocità straordinarie che fa pure gol. Cabral con un fisico rigenerato e la testa collegata alla squadra ha fatto vedere che non si perde l’abitudine del gol. Poi, attenzione, saranno ancora al 70 per cento, forse anche meno, ma molti li avevano già rottamati. Poi Napoli…

Capisco così l’entusiasmo dei trecento tifosi che hanno invaso la stazione di Campo di Marte di notte e seguono con attenzione quello che fa la squadra, la prestazione è stata contagiosa al punto che mi sono alzato in piedi ad applaudire al termine della radiocronaca con David Guetta.

Non so se la Fiorentina da qui alla fine, mancano sette partite, regalerà un’altra prestazione come questa, di sicuro ci saranno altri momenti più difficili, normale, ma so che certi valori sono acquisiti, che le basi messe per costruire un grande futuro sono più solide di quello che si pensasse. Tutti sono andati oltre.

Non so neppure se questa squadra conquisterà l’Europa, so solo che la meriterebbe perché ha giocato bene per tutta la stagione, e che ci proverà fino alla fine proprio per tutto quello detto fino ad ora. Mentalità in primis. Per l’Europa mancano 12-13 punti e non voglio rifare tabelle, ma toccando ferro ci siamo capiti. E sarebbe qualcosa di incredibile, straordinario perché non messo in preventivo, un percorso più rapido del previsto.

Ora vengo all’appello più frequente che gira dappertutto: blindiamo Italiano. Facciamogli un contratto a vita, ha urlato il solito esagerato.

S’è capito che un allenatore così è il top in circolazione e sono convinto che Rocco Commisso, emozionato anche lui, abbia deciso a chi eventualmente farla se davvero si dovesse parlare di una statua…

E’ normale che Italiano sia sotto i riflettori e tutto il mondo del calcio stia osservando il suo straordinario lavoro.

Non mi risulta (per ora) che ci siano stati degli abboccamenti o siano arrivate proposte al suo nuovo procuratore Ramadani, ma come dicevo all’inizio, Vincenzo Italiano vuole rimanere a Firenze e non soltanto perché ha un contratto. Sappiamo bene quanto poco conti la carta nel calcio, ma l’allenatore comunque non ci pensa. Ha capito che questa per lui è la piazza giusta per continuare a lavorare bene, c’è l’entusiasmo, c’è l’energia, c’è la voglia. Sa anche che il pubblico fiorentino ama il bel gioco. Il clima l’ha travolto, le sue “uscite” sotto la curva o davanti alla tribuna sono già contagiose. Professionalmente non avrebbe senso rimettersi in gioco ora, anche se dovesse arrivare un’offerta prestigiosa, perché da persona intelligente quale è, Italiano è conscio che anche il suo percorso di crescita è iniziato ora e bruciare le tappe sarebbe inutile. Rimettersi in gioco, cambiare gruppo, cambiare città dopo appena un anno: robe assurde.

Italiano continuerà qui per il contratto (ovvio), ma anche per la sfida appena iniziata, vuole riportare la Fiorentina ai massimi livelli calcistici, nel posto che le compete, della sua storia, magari provando a vincere qualcosa.

Il primo step è l’Europa e già essere nel giro è qualcosa di esaltante. Chiaro però che il pensiero di Italiano deve collimare con quello della società, ma credo che anche qui l’ambizione di Italiano possa coniugarsi bene con l’ambizione di Rocco.

Da tempo (purtroppo) non sentiamo le parole del presidente e non conosciamo il suo pensiero, ma è ancora il Rocco che abbiamo conosciuto, sono convinto che la crescita che vuole Italiano e si aspetta dalla società, sia la stessa del presidente. Crescita della posizione dell’allenatore che va rafforzata, inutile nascondersi che oggi valga di più rispetto a quando è arrivato a Firenze, come succede per i giocatori, ma crescita anche del livello tecnico della squadra.

Anche qui bisogna essere chiari. Una squadra che ha 23 punti in più dell’anno scorso, quanto potrà crescere ancora ?

C’è un livello che difficilmente potrà essere superato se non si alza la qualità tecnica complessiva dei giocatori. E’ banale, ma è meglio ricordarlo.

Ecco allora che di sicuro Italiano si aspetta un esterno destro forte come Odriozola se lo spagnolo andrà via, un quinto esterno in sostituzione di Callejon, il riscatto di Torreira e un regista come alternativa, un vice Biraghi, un altro centroavanti assieme a Cabral per il gioco dei doppioni e non vado avanti con quello che servirà nel prossimo mercato.

I programmi saranno fatti a fine stagione, ma l’allenatore dovrà essere assolutamente al centro del progetto per evitare anche possibili tentazioni.

Mi immagino Italiano a Firenze ancora due-tre anni, per far crescere questa squadra, provare ad andare oltre tutti assieme. Poi il calcio lo conosciamo, fare dei programmi a lunga scadenza è inutile, ma se un allenatore sta bene in un posto, è realizzato e cresce, il problema di andare in una squadra più forte non si pone. Almeno nel medio periodo e citare Gasperini mi sembra giusto anche se non sta simpatico a nessuno. Cinque anni a Bergamo e tre anni in Champions: lo firmerei per la Fiorentina di Italiano.

Probabilmente sarà lo stesso Rocco quando tornerà (a maggio?) dopo aver superato i suoi problemi di salute, a fare i programmi con l’allenatore per cominciare a costruire su quelle basi che sono state gettate quest’anno. Ripeto un concetto: si può costruire una casina a un piano o un grattacielo. Firenze si aspetta il massimo, Italiano pure e Rocco sembra pronto. L’unica, solita incertezza, è il rapporto con la politica, la vicenda Franchi potrebbe diventare una di quelle mine vaganti difficili da fermare. Non ascoltate la politica ottimistica, il tema c’è, è forte e l’irritazione di Rocco altissima.

Come finirà nessuno è in grado di prevederlo, ma che questa del Franchi fosse un’operazione forzata era chiaro da tempo e oggi Firenze dovrebbe averlo capito.

Al di là di un ricorso annunciato e di robe del genere che di sicuro non faranno piacere al manovratore, i problemi veri sono altri, dai finanziamenti che mancano, ai progetti attorno allo stadio che non sono chiari e lasciano dubbi enormi. Vedremo come finirà, non resta altro da dire.

Ma intanto questa Fiorentina fa godere tutti, almeno quello…