FIORENTINA, SUL MERCATO UNA SETTIMANA (FINALMENTE) DA LEADER: STRATEGIA E TEMPISMO DA TOP CLUB. NZOLA PER ITALIANO, BELTRAN IL JOLLY DI BURDISSO. DUE ATTACCANTI E LA CONFERMA CHE LE SCELTE PASSATE NON ERANO AZZECCATE. DUBBI PER LA PORTA
È stata la settimana della Fiorentina, che finalmente sul mercato si è mossa in maniera decisa e dominante. Si è andata a prendere i calciatori che voleva con il tempismo giusto, riuscendo ad anticipare la concorrenza degli altri club che su alcuni degli ultimi acquisti avevano fatto più di un pensiero. Già questo è un buon segnale, uno spunto che serviva per dimostrare anche una certa capacità di pianificare e programmare le strategie da provare a concretizzare nell'arco della sessione estiva.
I 7 giorni della Fiorentina, dunque. Chiusi alla grande, con la bella presentazione di Lucas Beltran al Franchi prima dell'amichevole contro l'Ofi Creta. Il modo migliore per permettere ai tifosi di accogliere e conoscere la nuova punta, e viceversa consentire a Beltran di prendere sin da subito confidenza con quella che sarà la sua nuova realtà. Iniziativa intelligente ed apprezzabile in un mondo - e non solo quello del calcio - dove la comunicazione è una componente fondamentale anche per creare empatia e il giusto clima. Dal Franchi sempre carico di entusiasmo e tifosi anche a cavallo di ferragosto, applausi sulla fiducia per l'attaccante acquistato a suon di milioni, 25, dal River Plate.
La Fiorentina ha scelto Beltran, Beltran a sua volta ha scelto il progetto della Fiorentina nonostante l'inserimento della Roma con annesso tentativo di convincimento di Paulo Dybala. In attesa di risposte sul campo, fra le due componenti l'avventura parte con il feeling giusto. Lucas Beltran è l'uomo su cui ha puntato con decisione Nicolas Burdisso che lo ha seguito in più di una circostanza. Una scelta per cui sia il direttore sportivo che l'area scouting si giocano parecchio. Non è complicato prendere Parisi, Arthur, Yerry Mina e Sabiri, perché sono calciatori abbastanza riconoscibili. La bravura del DS e dei suoi collaboratori si vede quando riescono a indovinare i calciatori che in Serie A non hanno mai messo piede, come Infantino e lo stesso Beltran, o che giocano nelle periferie dei campionati top. E spesso sotto questo punto di vista non tutto è andato per il verso giusto.
Per caratteristiche tecniche e capacità di adattarsi al calcio di Italiano, almeno per quanto fatto vedere fra campionato argentino e Libertadores, ha buone possibilità di invertire la tendenza totalmente negativa in termini di scelte degli attaccanti che ha contraddistinto il percorso dell'attuale proprietà. Dal primo anno, ad oggi. Prima Pedro e Cutrone, poi il flop Kokorin ed a seguire Piatek. Alla lista si sono aggiunti Jovic e solamente in parte Cabral, che ha salutato tutti con affetto e parole di stima sincere per i tifosi ed il club poco prima di trasferirsi al Benfica. È un buon attaccante il brasiliano, e lo dimostrerà con continuità. Purtroppo per lui è capitato nel posto giusto ma in un contesto tattico troppo differente rispetto a quelle che sono le sue specificità.
A proposito di attacco ed attaccanti: oltre a Beltran la Fiorentina ha acquistato anche Nzola dallo Spezia. Ciò significa due cose: in primis che le indicazioni dell'allenatore sono state rispettate e Vincenzo Italiano è stato accontentato per quelle che erano le sue richieste; e che la dirigenza ha compreso di aver sbagliato la scelta degli ultimi attaccanti. Nonostante pubblicamente abbia sempre sostenuto l'apporto di Jovic e Cabral anche in termini realizzativi, talvolta messi a paragone anche con i numeri di altri attaccanti, le dichiarazioni sono state smontate dalle ultime due operazioni in entrata. Se non ci fosse stato un problema Beltran e Nzola non sarebbero mai arrivati. L'importante è aver compreso lo sbaglio ed essersi attivati per provare a rimediare. Un club che punta a crescere sotto ogni profilo si riconosce anche da questi piccoli, ma importanti dettagli.
Se Beltran e Nzola convincono, lo stesso non si può dire per Christensen. Magari smentirà tutto e tutti, ma ad oggi non sembra essere il portiere che per qualità può alzare sensibilmente il livello in un reparto dove si giocherà il posto con Terracciano. La Fiorentina è passata da Grabara, il titolare del Copenaghen che ha giocato anche una buona Champions League, al danese che nell'ultima annata è retrocesso dalla Bundesliga con l'Herta Berlino. Una scelta forte, coraggiosa, senza una mezza misura. Così come è stata l'intera settimana di mercato, in cui la Fiorentina ha proseguito la sua rivoluzione d'agosto. Che non è ancora giunta al termine.