Dopo quasi tre mesi la Fiorentina ancora non esiste. Pioli ha il dovere di trovare la strada giusta: basta esperimenti, servono idee concrete. Un anno fa la svolta arrivò alla quinta giornata, adesso deve essere lo stesso. Con coraggio e senza paura

La Fiorentina non c'è. Inutile parlare di altre cose, inutile cercare di trovare qualcosa di positivo in questo avvio di stagione, sarebbe praticamente impossibile. Sembra passato un secolo dalla prima partita ufficiale, molto convincente, contro il Polissya in trasferta, con lo 0-3 firmato da un autogol e dalle reti di Gosens e Gudmundsson che a questo punto è stato soltanto un'illusione. Da quel momento in poi sono infatti arrivate soltanto prestazioni deludenti, con l'unica gioia data dal passaggio del turno in Conference League, raggiunto con molta più fatica del previsto. Per il resto due pareggi, con Cagliari e Torino, e altrettante sconfitte, contro Napoli e Como. Pioli aveva lamentato le difficoltà di aver giocato le prime quattro partite della stagione in trsferta, ma in casa le cose sono soltanto peggiorate, visti i ko citati poco fa subiti entrambi al Franchi. Adesso serve altro, perché la preoccupazione, giustamente, è tanta. Dopo quasi tre mesi, dal giorno del raduno a oggi, la Fiorentina non esiste ancora e sarà compito dell'allenatore riuscire a trovare il modo di far cambiare strada alla sua squadra.
Esperimenti e poche certezze.
Proprio Pioli, dopo aver detto di non voler abbandonare la sua idea di schierare la sua formazione con la difesa a tre si è smentito nella gara contro il Como di domenica scorsa, a prescindere dalle parole pronunciate sul sistema di gioco che non esiste, o quasi, e i principi di gioco a fare la differenza. Parole che non sono importanti, che spostano veramente poco e che devono lasciare spazio ai fatti e alle idee concrete. Il tecnico viola ha il dovere di creare qualcosa di importante con il materiale che ha a disposizione, senza potersi voltare indietro ripensando al mercato, perché i giochi sono fatti ormai da più di 20 giorni ma i dubbi che avevamo alla fine del calciomercato di sono concretizzati. Serve a poco anche questo però, l'unica cosa che conta è trovare la quadra in poco tempo, perché domenica contro il Pisa non saranno ammessi altri errori. La Fiorentina dovrà battere i nerazzurri a casa loro, senza se e senza ma, perché se dovesse andare diversamente la crisi si trasformerebbe da "aperta" a "profonda". Il tempo degli esperimenti è finito, adesso è il momento delle scelte concrete, con coraggio e senza paura. Perché un allenatore del calibro e con l'esperienza di Stefano Pioli ha il compito di fare meglio di cosi. Cosa non certo impossibile da fare.
La svolta alla quinta.
Un anno fa, con Palladino in panchina, la quinta partita di campionato fu quella della prima svolta della stagione. All'intervallo della sfida contro la Lazio sappiamo bene tutti cosa successe, con il cambio modulo, la difesa a quattro, la doppietta di Gudmundsson e il via a una striscia positiva che ha poi fatto la differenza a fine stagione. Ecco, quest'anno, appellandosi a una sorta di coincidenza che speriamo possa esserci, la storia dovrà essere la stessa. In una settimana senza impegni di altro tipo, diversamente dal Pisa che dopo aver giocato il lunedì sera a Napoli sarà impegnato anche giovedì in Coppa Italia contro il Torino, Pioli dovrà sistemare tutto e dare un senso alla sua squadra. Le possibilità ci sono tutte, cerchiamo di pensare positivo, per l'ultima volta, prima di essere costretti ad aprire un processo sulla Fiorentina che speriamo di non dover raccontare.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
© 2025 firenzeviola.it - Tutti i diritti riservati
