MARADONA, Intervista ai suoi amici
La scelta della fotografia di quest'oggi non è casuale. Poteva essere una foto di Maradona magro, magari felice, appena nominato ct dell'Argentina. O che spegneva quarantotto candeline. In realtà quello che accomuna - ma al contempo distingue - tutti i numeri 10 è una fantasia con il pallone fuori dal normale. E Diego Armando Maradona, in questo fotogramma rubato ai mondiali di Messico 1986 (ricordate la partita? Quarti di finale, Argentina-Inghilterra 2-1, doppietta del Pibe de Oro), ha la propria vita calcistica marchiata a fuoco, almeno finché il pallone avrà una memoria. Nel day-after della nomina a selezionatore della Seleccion di Maradona, la nostra redazione ha contattato molti dei suoi ex compagni di squadra ai tempi di Napoli, partendo da chi, probabilmente, in allenamento divertiva più a punzecchiare, ovvero i portieri.
Una stagione sola per il numero uno Giovanni Galli, arrivato in azzurro nell'estate del 90, terzo portiere italiano ai Mondiali - sfortunati - giocati proprio in Italia: "Penso che abbia coronato il sogno della sua vita. Conoscendolo ci metterà tanto impegno e cuore, tanto più che so quanto ci tenesse. Darà il meglio di se stesso e sarà una delle cose più belle della sua vita. Si sa che i risultati per un allenatore contano, ma ha anche due grandi collaboratori di cui si fida e insieme formeranno uno staff importante".
Un po' meno convinto è Claudio Garella, portiere del primo scudetto partenopeo "il più forte portiere al mondo. Senza mani, però!", per mutuare una battuta celebre di Giovanni Agnelli: "Non mi sarei mai aspettato Maradona in nazionale. Ha grandissime potenzialità, è un patrimonio del calcio. Ma non ha esperienza per fare l'allenatore. A mio avviso andrà incontro a diversi problemi. Non lo vedo con la giusta personalità per farlo. Io l'avrei visto bene come Pelè a fare il rappresentante della sua Nazione nel mondo del calcio. Allenare non è semplice, e si devono valutare tanti aspetti. Gli è stato affiancato uno di esperienza come Bilardo, ma tanto lui fa sempre di testa sua. Non si fa comandare da nessuno, il suo è un carattere forte. Senza dubbio Maradona per l'Argentina è un personaggio da sfruttare, ma in modo diverso. Fino ad adesso non era stato fatto, per alcuni suoi problemini, ma sarebbero stati pazzi a buttare via un patrimonio del genere del calcio. Solo che come Pelè non fa l'allenatore (anche lui ha un passato storico) non vedo neanche Diego farlo".
Salendo nella formazione ci si imbatte in Alessandro Renica, libero della Coppa UEFA e presente in entrambi gli scudetti del Napoli. Uno che viene ricordato soprattutto per quel gol di spalla nel secondo tempo supplementare di uno storico Napoli-Juventus 3-0: "Penso che sia il minimo per lui, mi sarei meravigliato se non fosse stato così. E' un patrimonio del calcio mondiale. Per me può fare molto bene perché se si impegna può fare ciò che vuole. Essere come Maradona rappresenta il sogno di ogni calciatore. Sarà anche uno stimolo in più per coloro che giocano in Nazionale; farsi allenare da Maradona dovrebbe essere un onore".
Se si parla di Napoli non può mancare 'o palo 'e fierro, al secolo Giuseppe Bruscolotti, il capitano storico degli azzurri, sedici anni con la maglia del Napoli indossata, anzi no, tatuata sulle spalle. L'ultimo capitano prima di Diego, che gli ha consegnato direttamente la fascia: "Aspettarselo no, ma è una cosa positiva. Ha la conoscenza, forse l'esperienza no, ma le qualità ci sono e nessuno nasce imparato. E' normale che faccia discutere la figura di Maradona. Lui è un grande conoscitore di calcio. Il bagaglio tecnico e i collaboratori sono dalla sua parte, potrà fare bene. Le decisioni le deve prendere lui, ma deve ascoltare anche chi è al suo fianco perché sei occhi sono meglio di due. Alla fine io gli diedi la fascia di capitano del Napoli, ero alla fine della carriera e lui ci teneva molto. Fu un gesto credo molto apprezzato. Purtroppo la sua figura manca a Napoli, soprattutto per la sua bravura. Gli faccio un augurio affettuoso, da amico, sia per il compleanno, sia per la sua nuova avventura".
Non poteva mancare l'allenatore del Napoli del secondo scudetto, quell'Alberto Bigon che traghettò gli azzurri fino alla fine del ciclo di Maradona: "Sinceramente non me l'aspettavo, ma Diego ci ha abituato alle sorprese, quindi perché no? Come tutti Diego farà buon uso delle esperienze fatte da calciatore: ha giocare con giocatori quasi alla sua altezza, è stato allenato da personaggi come Bianchi lì in Argentina. In più avrà una collaborazione stretta come Bilardo e Troglio; sarà un trio molto amalgamato e credo che lui in questo contesto sia molto importante per quanto riguarda le motivazioni. Darà ascolto ai suoi collaboratori perché è una persona intelligente e sa che il suo team gli darà consigli utili in caso di bisogno".
Un vecchio adagio recita last but not least. Tocca a Salvatore Bagni, senza ombra di dubbio l'amico più sincero che Diego Armando Maradona ha trovato a Napoli. Il centrocampista di Correggio è visibilmente emozionato e contento per la nomina a selezionatore di Maradona, anche se è l'unico a non dirsi sorpreso: "Era il suo sogno, ne parlava già da due o tre anni, era una cosa già nell'aria da un po' di tempo. Lui crede in quello che sogna e questi s'avverano. E' l'uomo più felice del mondo, è il suo compleanno, è sereno e ha il lavoro che voleva. Ogni volta ci sono dei dubbi su Diego, ha un carisma notevole, è una persona leale, ha rapporto coi calciatori, non gira intorno ai problemi. Più di così non deve fare. Sarà un avversario molto ostico per noi ai Mondiali, l'Argentina se non vince il mondiale prossimo ci va molto vicino. Sicuramente sarà uno stimolo per tutte le persone che sono vicine. Basta vedere a quello che trasmetteva in campo e fuori. I giocatori lo vedono come una persona innarrivabile. Inoltre è attorniato da amici, li conosce tutti a occhi chiusi, e sentirsi a proprio agio è fondamentale. Gli ho parlato due o tre volte negli ultimi giorni".