Calcio-tv, Mediaset fa causa alla Lega: "calcio troppo caro"

Intentata un'azione legale per ottenere una riduzione del prezzo dei diritti in chiaro della serie A a causa di calciocaos, che avrebbe "prodotto una forte perdita dell'interesse del pubblico"
25.01.2007 07:27 di  Andrea Pasquinucci   vedi letture
Fonte: calcio.com
Mediaset ha fatto causa alla Lega calcio. Un atto di citazione depositato presso il tribunale di Milano, con l'intento di ottenere un abbassamento della cifra dovuta per i diritti televisivi in chiaro della serie A 2006-2007, apre il contenzioso giudiziario: impoverimento tecnico e di bacino d'utenza del nostro campionato dovuto agli esiti di Calciopoli le ragioni su cui si fonda l'atto di citazione di Mediaset. La diatriba con la Lega è in atto da molto tempo e ora, non avendo trovato un accordo di rinegoziazione dei diritti tv in chiaro, i vertici hanno ufficializzato la decisione di adire le vie legali. In una nota, Mediaset spiega i motivi di una scelta così radicale. "Siamo stati costretti a questa scelta dall'atteggiamento della Lega calcio, che non ha mai dato concreto seguito alle richieste di modificare consensualmente il contratto in essere, concluso prima di Calciopoli. Dall'estate 2006 a oggi, infatti, si è sviluppato un intenso carteggio tra Mediaset e Lega, culminato in due incontri di vertice, rassicuranti a parole ma infruttuosi nei fatti. E anche l'auspicio di Mediaset di risolvere la vicenda in forma riservata non ha ricevuto alcun segnale di disponibilità da parte della Lega. Pertanto Mediaset si vede costretta a procedere per vie legali". Le ragioni dell'azienda sono presto dette. "Esaminando diversi parametri ufficiali, è oggettivamente dimostrabile che le retrocessioni e le penalizzazioni irrogate dal giudice sportivo hanno prodotto una forte perdita dell'interesse del pubblico verso il campionato di A (i tifosi delle squadre retrocesse o penalizzate costituiscono il 40% del numero dei tifosi complessivi), che si traduce in una corrispondente riduzione del valore di mercato dei diritti televisivi in chiaro".