Tre presenze e zero paure: dopo Pioli, Kouadio fa breccia anche su Vanoli
In un Franchi trattenuto tra paura e speranza, quando la Juventus spingeva come un’onda sull’ultima mezz’ora di partita e la Fiorentina cercava di portare a casa un prezioso pareggio, Paolo Vanoli ha indicato la via più inattesa: "Vai, tocca a te!". E così Eddy Kouadio, classe 2006, alla terza presenza tra i professionisti, è scivolato dentro il momento più delicato della sfida come se fosse la cosa più naturale del mondo. Non era un azzardo, ma un attestato di fiducia. Quella fiducia che gli allenatori con un certo fiuto (e lui, svezzato dalle Under della Federazione, ne ha eccome) concedono solo a chi dimostra di meritarsela.
La fiducia degli allenatori
Vanoli non è il primo a scommettere sul difensore italiano di origini ivoriane. Due estati fa Palladino lo aveva portato in ritiro con la prima squadra mentre Pioli lo ha lanciato nel calcio dei grandi già alla seconda giornata di campionato, a Torino. Tutti hanno intravisto lo stesso tratto distintivo: qualità e personalità. Due parole che pesano più dell’età riportata sulla carta d’identità. E stavolta è arrivata anche una piccola novità: l’ingresso da terzino destro. Una zolla che Kouadio conosce bene, ripercorsa tante volte con Galloppa in Primavera. Il ruolo in cui è cresciuto, prima di risalire la catena difensiva fino al cuore della linea. E se giovedì in Conference Dodo non dovesse farcela e Gosens rimanesse in bilico, il destino potrebbe bussare di nuovo: Kouadio a destra, Fortini - coetaneo e compagno di nuova generazione - sulla corsia opposta.
Il "principe" della Fiorentina
Intanto Eddy continua a far parlare il suo marchio di fabbrica: il sorriso. Quello spontaneo che ricorda uno dei suoi idoli televisivi, Willy, il principe di Bel-Air, personaggio che lo diverte e lo ispira. Una fotografia perfetta del suo modo di essere, lo stesso che questa estate lo ha sostenuto quando è stato chiamato a freddo, niente meno che a Old Trafford contro il Manchester United. Zero timori, solo la gioia di giocare. Dietro al giovane terzino ci sono le strade, i campi e i colori della Tobbiana e della Galcianese, le società di Prato in cui ha imparato a camminare nel calcio prima del passo definitivo verso la Fiorentina. «È un ragazzo che oltre alla simpatia ha una genuinità di fondo che gli ha fatto meritare il palcoscenico della Serie A», raccontò a Radio FirenzeViola il suo ex allenatore Luca Paoletti. Una descrizione che oggi sembra un manifesto programmatico. E che spiega bene perché ieri Vanoli ha scelto di puntare su di lui.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
© 2025 firenzeviola.it - Tutti i diritti riservati
