Sprazzi di Gudmundsson a Parma. A gennaio sarà richiesto, ma Paratici valuterà attentamente
Trovare una singola nota positiva all’indomani del capitombolo di Parma, appena una settimana dopo aver trovato un briciolo di speranza battendo l’Udinese, è esercizio davvero difficile per chi vive la Fiorentina tutti i giorni. Più che di questo, infatti, a essere onesti, si potrebbe parlare di prestazione da salvare: il riferimento va alla prova offerta al Tardini da Albert Gudmundsson, certo non brillante o sugli scudi come una settimana prima, ma almeno vivo e dentro la partita in mezzo a un barlume di difficoltà portate dai suoi compagni.
Crescita lenta ma costante
L’islandese non è ancora quel che si aspettano tifosi, allenatore e club in prima persona, dato l’investimento da 24 milioni e rotti per il suo cartellino, ma perlomeno lascia intravedere per la seconda gara di fila qualcosa in più del suo repertorio. Sforna un assist al bacio che Piccoli getta al vento, poi impegna Corvi in una parata importante sul finire di gara, ma più che altro risulta sempre al centro del gioco, provando spesso a mettersi in zona luce e a reclamare il pallone. Per rendere l’idea, ci serviamo della pagella redatta stamani dal Corriere Fiorentino: "Il più combattivo tra tutti. Certo, si prende delle pause, ma in confronto agli altri...", una sintesi che fotografa al meglio le prestazioni attuali dell’ex Genoa.
Mercato alle porte. Un rischio da calcolare
Non è, appunto, ancora il Gudmundsson atteso al varco dall’ambiente fiorentino, ma al Viola Park sono tutti consapevoli che se la squadra di Vanoli ha ancora accesa una timida fiammella di speranza, molto è legato al rendimento del suo numero 10. Motivo per cui una sua eventuale cessione a gennaio, ventilata in questi giorni anche dopo l’interesse della Roma, sarebbe da valutare con estrema attenzione da parte della società. Il club di Commisso, al di là delle operazioni in prestito, dovrà vendere per comprare e sa che il cartellino del fantasista è tra i più prestigiosi di quelli in rosa. La sua parabola a Firenze non è mai decollata al cento per cento ma lasciar scappare uno dei pochi elementi in grado di spostare gli equilibri sarebbe un rischio difficile da calcolare. Le prossime partite e le prossime settimane di riflessioni, con l’avvento di Paratici, daranno qualche indicazione in più.
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