Pioli e quel "profumo" di buono da Presov. La Fiorentina riparte dalla vecchia guardia

Nonostante una campagna acquisti fin qui approvata dalla maggioranza, la Fiorentina ha stappato la sua stagione nel segno delle certezze. La cosiddetta vecchia guardia, quella che già da un anno costituisce lo zoccolo duro della squadra viola e che non ha perso tempo nel dimostrarsi ancora il punto forte della rosa. Cambia l’allenatore ma non la sostanza, i principali uomini di Pioli sono gli stessi che aveva Palladino.
De Gea, miracoloso anche in una serata “piatta”
A partire dall’onnipresenza di David De Gea tra i pali. Non che ci fossero dubbi a riguardo, ma pure in una gara certamente non troppo impegnativa come quella della Tatran Arena, lo spagnolo ha comunque messo in mostra tutto il suo repertorio. Sono bastati ventidue minuti per ripartire da dove aveva lasciato, con un volo prodigioso a salvare un gol quasi certo di Filippov che avrebbe pareggiato i conti. Replay nel finale, a giochi praticamente fatti, su uno spiovente dalla destra e un altro colpo di testa insidioso che sarebbe valso l’1-3. Non ce n’era bisogno, ma anche negli appuntamenti più “soft” De Gea dimostra una volta ancora perché la Fiorentina ha voluto blindare uno dei portieri più forti del mondo.
Kean, al di là del rosso la solita garanzia
Nel calcio ci sono due ruoli che per antonomasia incidono più degli altri, il portiere e l’attaccante. La Fiorentina l’ha provato sulla sua pelle l’anno scorso ed è bastata la prima gara della stagione per ricominciare esattamente così: detto di De Gea, Moise Kean non è stato da meno. Certamente, il rosso macchia un po’ il debutto nella nuova annata e sia Pioli che i compagni non hanno perso tempo nel farglielo capire subito dopo la partita. Al netto dell’espulsione però, in un solo tempo si è rivisto già il vecchio Kean. Sportellate, palla coperta facendo scuola ai difensori, attacco feroce della profondità e fiuto del gol. L’avversario non era sicuramente un gigante, ma l’offerta calcistica del classe 2000 rimane degna dei migliori centravanti attuali.
Gosens, leader e non solo
A proposito di vecchia guardia, non si è fatto attendere all’appello neanche Robin Gosens. Totem in campo e nello spogliatoio, leader consacrato già nel gruppo di Palladino, con Pioli ha portato avanti il lavoro iniziato un anno fa ricominciando alla grande. Quante scorribande sulla fascia sinistra, quanta garra messa in campo e quanto contributo sotto porta. In gol dopo mezz’ora, quasi di nuovo nella ripresa. È l’anima della squadra, emana energia positiva già solo col linguaggio del corpo e ne trae beneficio ogni compagno.
Gudmundsson e l’attesa sui nuovi
Dalla sua spina dorsale è ripartita la Fiorentina 25/26, che alla prima uscita è andata ad attingere anche dal vasto repertorio di Albert Gudmundsson, l’uomo forse più atteso della stagione. Rispetto ai tre già citati, con Palladino ha vissuto un anno di alti e bassi ma il suo potenziale è indiscutibile. Pioli lo ha ribadito anche nel post gara rimarcando che si aspetta molto dall’islandese, come piano piano anche dai nuovi arrivati. C’è “profumo” di buone sensazioni, ribadisce il tecnico in sala stampa, che aspettando il contributo degli “altri” si gode le vecchie garanzie, ereditate dal passato ma sempre in grande spolvero.
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