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L’autunno non è la stagione dei verdetti, la scorsa annata lo conferma

L’autunno non è la stagione dei verdetti, la scorsa annata lo conferma
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di Tommaso Loreto

Ora sì che l’estate è davvero un ricordo. Se è vero che il clima si sta facendo sempre più autunnale è altrettanto vero che intorno alla Fiorentina non tira una bella aria, e almeno a giudicare da quel che se ne sente dire più che la brezza di fine settembre par d'essere già a gennaio inoltrato. Del club viola, e delle sue scelte, si sente parlare da più parti, quasi tutte in termini a dir poco critici, ma se i risultati delle prime partite legittimano determinate tesi immaginare che ancora prima della seconda sosta stagionale si possano già stilare pagelle definitive, dal mercato al tecnico, pare come minimo eccessivo. 

Giudizi prematuri e prestazioni incolore
Intendiamoci, la partenza di questa stagione è lontana anni luce da quelle che erano le minime aspettative iniziali. L’arrivo di un tecnico di maggiore esperienza rispetto ai suoi predecessori aveva alimentato speranze raramente vissute negli anni precedenti, ma a prescindere dal pensiero su Pioli era lecito attendersi tutt’altro avvio d’annata. Insomma le prestazioni incolori fin qui presentate non possono essere ignorate e meritano pronta reazione già da domenica a Pisa, ma con appena 6 partite disputate molti dei giudizi piovuti sul mondo viola paiono a dir poco prematuri.

L’esempio dell’anno scorso
Sotto questo profilo, più che dei retroscena arrivati nell’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, il ritorno di un Palladino parlante sulle vicende viola dovrebbe riportare alla memoria parecchi momenti vissuti sull’altalena dell’anno scorso. Le difficoltà iniziali, la scalata della classifica per via delle 8 vittorie consecutive, e poi ancora gli alti e bassi nel girone di ritorno fino a un sesto posto dalla duplice lettura: da un lato il record della gestione Commisso, dall’altro il rimpianto per i punti pesanti persi lungo la strada e al cospetto di squadre più che abbordabili. Qualcosa, la scorsa annata, dovrebbe insegnare. 

Tempo al tempo
E allora verrebbe da invitare un po’ tutti ad attendere ancora prima di bocciare definitivamente mercato o scelte tecniche operate dall’allenatore, perché poi una stagione è fatta di mille episodi e altrettanti punti di svolta. Nessuno mette in dubbio che fino a ora la Fiorentina sia ben al di sotto delle sue potenzialità, ma due sfide di Conference e quattro di campionato non possono essere sufficienti a definire potenzialità e ambizioni da coltivare da qui a maggio. Per questo vien da pensare che a prescindere dai 2 soli punti fin qui raccolti la Fiorentina abbia ancora tutti i margini per allontanarsi dall’anonimato in cui rischia di cadere, esattamente come avvenuto l’anno scorso di questi tempi quando alle piogge autunnali seguirono i sogni a occhi aperti vissuti fino all’inizio di dicembre.