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Amatucci in esclusiva: "Viola, mi sono sentito scartato ma in Spagna ho trovato il mio calcio. Fortini avrà un grande futuro"

Amatucci in esclusiva: "Viola, mi sono sentito scartato ma in Spagna ho trovato il mio calcio. Fortini avrà un grande futuro"
Oggi alle 13:00Copertina
di Redazione FV
fonte Intervista esclusiva a cura di Andrea Giannattasio e Alessandro Di Nardo

Dalle rive dell’Arno alle coste dell’Atlantico, Lorenzo Amatucci ha intrapreso un viaggio che è molto più di un semplice trasferimento calcistico. Il centrocampista classe 2004 di proprietà della Fiorentina, oggi in prestito al Las Palmas, si è raccontato in esclusiva ai microfoni di Radio FirenzeViola con la sincerità di chi ha già conosciuto alti e bassi, nonostante la giovane età. Tra le luci delle Canarie e le ombre di un recente passato segnato da momenti dolorosi, Amatucci ha aperto il proprio cuore, ripercorrendo tappe che lo hanno segnato dentro e fuori dal campo. Un dialogo intenso, in cui non sono mancati spunti personali e qualche sassolino tolto dalla scarpa: il ritratto di un ragazzo che, lontano da casa, sta imparando a ritrovarsi e a rilanciarsi.

Lorenzo, le sono bastate poche partite per diventare un idolo dei tifosi del Las Palmas. Ma riesce a camminare per strada senza essere fermato?
"No, no, qua puoi camminare veramente serenamente. Se ti fermano al massimo ti chiedono una foto ma qui le persone sono molto rispettose, molto tranquille e non hai problemi a girare per strada".

Il Las Palmas per lei è stata una scelta di vita: ci spiega com'è nata?
"Penso che più lontano di così non potevo andare… (ride, ndr) però ho scelto soprattutto la Spagna perché è il calcio che mi è sempre piaciuto e in cui penso mi posso rispecchiare al meglio. Qua si vive bene, il clima è caldo tutto l'anno e c'è il mare. In più nel giro di due ore posso essere ovunque in Spagna, prendendo l'aereo. Diciamo che la cosa principale che si differenzia dal resto dell'Europa è il meteo: qua in inverno fai il bagno tranquillamente. E' un altro clima, molto più simile magari all'Africa visto che siamo vicino".

I tifosi della Las Palmas hanno già coniato per te un coro: "Amatucci ay que rico, mira que bien mueve al equipo". Quanto la onora questa cosa?
"Tantissimo, davvero. Eppure, appena sono arrivato qua, ho avuto un periodo di difficoltà perché ho trovato un modo di giocare e di allenarsi totalmente diversi. Qui si gioca solo negli spazi ristretti e non hai tanto tempo per pensare alla giocata. Per questo ho passato due settimane difficili, in cui non ho mai dubitato di me stesso però avevo timore... poi piano piano ho preso l'abitudine e mi sono sentito più forte, perché poi quando riesci a giocare negli spazi stretti ti viene tutto più facile".

Non solo a Las Palmas: anche a Terni e a Salerno ha lasciato un gran bel ricordo tra i tifosi…
"Salerno è stata un'esperienza fantastica, al di là di come è finita (la retrocessione in C tramite i playout, ndr): quando entravo nello stadio Arechi e durante il riscaldamento sentivo già i tifosi cantare mi venivano subito i brividi. Quella curva, insieme alla Fiesole di Firenze, è uno dei pochi settori che quando entri in campo ti dà qualcosa in più a livello emotivo". 

Però ecco: come mai, tra le tante offerte che aveva in Italia, ha scelto proprio la seconda divisione spagnola?
"L'anno scorso è finito male: è stato pesante anche perché la vicenda playout si è protratta per tempo ed è stata pesante. Poi nel mercato non ho avuto quello che mi aspettavo e ammetto che speravo di potermi giocare le mie carte a Firenze. Ecco perché ho deciso di provare altro. C'era il Las Palmas che mi cercava già da un po' e quindi visto che in Italia non avevo così tante scelte ho preferito venire in Spagna".

Parlando del playout giocato contro la Samp, avete sentito un senso di ingiustizia rispetto a quello che è successo per quanto avete dovuto attendere?
"Sicuramente non è stata la situazione ideale per giocare un playout quella che abbiamo vissuto. Ci hanno bloccato il giorno prima della partita col Frosinone poi per un mese non sapevamo contro chi avremmo giocato, quando avremmo giocato e se avremmo giocato. In condizioni del genere magari inizi anche già a pensare alla stagione successiva e non riesci a preparare al meglio un appuntamento così delicato".

Lorenzo, lei si è lasciato alle spalle un periodo non facile, tra la scomparsa di sua madre prima e di suo nonno poi. Quanto ha sofferto e soffre ancora oggi?
"Non saprei quantificarlo, davvero. Perché soprattutto per la scomparsa di mia madre ho patito tantissimo: penso di non aver mai sofferto così tanto. E' stata dura specie perché mia madre era una tosta e io ho preso da lei molte cose del mio carattere. Mi piace un sacco infatti quando la gente mi dice che io le assomiglio. Questo mi ha sempre dato forza, perché sapevo che lei soffriva per quello che aveva e io non potevo stare con lei. Mio padre e mia sorella l'hanno vista peggiorare ogni giorno e per loro è stata molto più dura che per me".

Proviamo a parlare ancora di calcio. Come lei, anche Bianco e Kayode hanno scelto di fare esperienze all'estero, visto che l'Italia non sembra un Paese per giovani.
"Con Kayo mi sento spesso, siamo molto legati. Con Ale non ci sentiamo spesso, ogni tanto capita. Che in Italia giochino meno giovani è un dato di fatto. Magari, nascendo in un altro Paese, avrei potuto giocare di più ma non mi piace dire queste cose: devi trovare l'allenatore e la situazione giusta e magari avere un po' più di fortuna".

Un'altra domanda che tanti si fanno su di lei, Lorenzo, è: ma perché ad Amatucci non è stata data l'opportunità di fare il ritiro in prima squadra e farsi notare da Pioli?
"Lo ripeto, io mi aspettavo di potermi giocare le mie carte a Firenze: all'inizio mi avevano detto che sarei dovuto andare in ritiro ed ero fiducioso. Poi quando stava per iniziare la preparazione mi hanno detto che mi sarei dovuto presentare una settimana dopo e lì, lo ammetto, mi sono sentito un po' scartato, un po' messo da parte. Allora ho deciso che volevo chiudere il prima possibile con un'altra squadra perché volevo giocare e sentirmi importante: non volevo andare in ritiro per allenarmi a parte o altro… Mi è dispiaciuto, perché pensavo di avere almeno la possibilità di mettermi in mostra ma non è stato così ma si va avanti".

Sta seguendo l'inizio di stagione della Fiorentina? Come valuta questa falsa partenza?
"Io penso che sia una squadra costruita bene, con giocatori forti. Credo che comunque la società abbia fatto tanti cambiamenti: ha preso tanti ragazzi giovani per cui ci vorrà un po' più di tempo perché riescano a trovare i meccanismi giusti. Pioli è un grande allenatore, ha esperienza e sa come far giocare le sue squadre. Sono convinto che presto si vedranno i risultati. I tifosi non devono essere preoccupati".

Intanto in viola hanno esordito due giovani come Kouadio e Fortini...
"Conosco meno Eddy perché ci ho giocato poche partite in Primavera. Nicco invece l'ho visto anche l'anno scorso in Serie B e posso dire che è un gran bel giocatore: ha un "motore" e un fisico importante e l'abbina ad una buona qualità. Per Niccolò vedo un bel futuro, sinceramente. Spero che possa giocare tanto quest'anno perché può stare benissimo in Serie A".

Qual è stata la cosa nel suo adattamento alla vita spagnola che le è sembrata più strana?
"Diciamo che si mangia un po' tardi qua e la vita è un po' tutta legata al cibo. La cucina italiana non ha paragoni e quando vado a fare la spesa cerco sempre di trovare prodotti di marca italiana, che sono di un'altra qualità. Con la squadra poi, quando siamo in ritiro, magari mangiamo alle due e mezzo, alle tre... magari non mangiamo nemmeno tre ore prima della partita, cosa che invece in Italia è quasi un obbligo.

In Under-21 intanto è iniziato un nuovo corso con mister Baldini: che idea si è fatto di questa scelta?
"Sicuramente posso dire che è un orgoglio far parte dell'Under-21 dell'Italia. Il mister poi è uno che ti sa prendere, è uno che ti sa toccare le corde giuste a livello emotivo e che riesce a farti smuovere qualcosa dentro per farti dare qualcosa in più per la squadra. Siamo un buon gruppo e abbiamo buone qualità: per questo sono convinto che faremo belle cose insieme".

Qua sotto il video completo con l'intervista a Lorenzo Amatucci!