Investimenti e fiducia ma pochi tiri in porta: serve un altro rendimento in fase offensiva

"Ci sentiamo completi". Sono state queste le parole usate mercoledì in conferenza stampa da Daniele Pradè riguardo all'attuale parco attaccanti della Fiorentina. Ed effettivamente il reparto offensivo è stato quello su cui questa estate la società gigliata ha investito di più, sia in termini economici che in termini di fiducia. Dal contratto più che raddoppiato di Kean agli acquisti di Dzeko, Fazzini e Piccoli, con i bonus il più oneroso della storia viola, fino al riscatto di Gudmundsson.
Fiducia e investimenti
Partendo da Kean, l'ex Juventus il 30 agosto scorso ha visto il suo contratto passare con il rinnovo da 2,2 a 4,5 milioni annui. La società gigliata ha poi speso sul mercato 13 milioni per riscattare Gudmundsson dal Genoa, 25 più 2 di bonus per acquistare a titolo definitivo Piccoli dal Cagliari e 10 per prelevare Fazzini dall'Empoli. Infine, anche se temporalmente è stato il primo colpo messo a segno, ha ingaggiato a zero Dzeko versandogli come stipendio 1,8 milioni di Euro a stagione. Tutte operazioni che, oltre all'onerosa spesa economica, mostrano un investimento importante in termini di fiducia da parte del club. Sia nei due giocatori già in rosa la passata stagione, Kean e Gudmundsson, sia nei tre nuovi arrivati. La società gigliata si aspetta che l'ex Juventus possa riuscire a confermare i gol e le prestazioni dello scorso anno e confida che l'islandese possa riscattare una stagione in cui non è riuscito a rispettare le alte aspettative. Per quanto riguarda i nuovi invece la Fiorentina ha scommesso, ovviamente in maniera diversa, su Piccoli, Fazzini e Dzeko. Il club, Stefano Pioli compreso, punta tanto sui primi due, sia sul presente che, soprattutto, sul futuro. Dzeko invece ha un pedigree ben diverso e la scommessa riguarda principalmente la sua tenuta fisica a 39 anni compiuti. Investimenti economici e di fiducia quindi che aspettano solo di essere ripagati sul campo.
4 tiri nelle prime 2 giornate di Serie A
Partendo dal presupposto che fase offensiva non significa solo attaccanti ma comprende in generale il modo di attaccare di tutta la squadra, fin qui dobbiamo dire che, soprattutto in Serie A, il reparto offensivo di Pioli non ha avuto un rendimento all'altezza delle aspettative. A dirlo sono anche i freddi numeri. La Fiorentina ha segnato un gol, realizzato da Mandragora a Cagliari, concludendo in porta solamente 4 volte nelle prime due giornate di campionato. In totale, tra Cagliari e Torino, i viola hanno fatto 20 tiri (5 in Sardegna e 15 all'Olimpico) con una percentuale di precisione del 20%. Prendendo in esame anche i due match di Conference League contro il Polissya i numeri si alzano. Oltre a quelli relativi ai gol, soprattutto riguardo ai tiri totali perché quelli nello specchio della porta risultano essere solo 7 tra andata e ritorno. Nonostante un rendimento non esaltante, soprattutto nel primo tempo della sfida del Mapei, tra Gudmundsson, Dzeko e Kean (anche se la Uefa ha assegnato autogol a Kudryk) le punte gigliate in Europa si sono sbloccate. A partire da domani sera contro il Napoli c'è bisogno di invertire la tendenza anche in campionato. In conferenza stampa oggi Pioli (QUI il suo intervento completo) ha detto che il suo attacco "ha le caratteristiche per mettere in difficoltà un avversario come il Napoli". Un altro segno di fiducia che aspetta una risposta sul terreno di gioco.
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