Per il club la Fiorentina è più forte e Pradè lo ha palesato con i numeri. Pioli ora ha il compito di dimostrarlo con i fatti e senza alibi societari. Ma il rischio è di non aver fatto i conti con gli avversari

Per il club la Fiorentina è più forte e Pradè lo ha palesato  con i numeri. Pioli ora ha il compito di dimostrarlo con i fatti e senza alibi societari. Ma il rischio è di non aver fatto i conti con gli avversariFirenzeViola.it
Oggi alle 18:56L'editoriale
di Pietro Lazzerini

La Fiorentina costruita col mercato dell'estate 2025 è più forte di quella dell'anno scorso. In estrema sintesi, il concetto da estrapolare dopo la conferenza stampa di Daniele Pradè è questo. Il direttore sportivo viola ha sottolineato come sia stato fatto tutto quello che era stato previsto dal momento in cui è cambiata la guida tecnica, ribadendo come in tutti i settori del campo sia stato fatto un upgrade che quindi implica una decisa volontà da parte del club di salire ulteriormente il gradino degli obiettivi. Gli obiettivi, pur non citati espressamente, sono chiari: Europa League e vittoria di un trofeo. Certo ci sono mille variabili che la Fiorentina dovrà affrontare, ma la convinzione da parte della società è quella di aver dato a Pioli una rosa molto competitiva, da cui si aspetta risultati di alto profilo in un programma di crescita che coinvolge il tecnico su base triennale ma che ha necessità di mostrare subito un miglioramento rispetto a quanto accaduto con Palladino. 

Gli investimenti che hanno portato a un saldo negativo tra acquisti e cessioni e il monte ingaggi che è nei fatti leggermente superiore al recente passato, sono i numeri che Pradè ha mostrato alla piazza per esprimere il concetto di una squadra più forte. Commisso è stato citato spesso per ribadire come le decisioni siano state prese in totale condivisione con la proprietà, anzi come vero e proprio input presidenziale per continuare a crescere partendo dalla patrimonializzazione della rosa. Il valore è cresciuto in modo esponenziale, ha dichiarato Pradè e da qui il concetto di una stagione che deve avere come obiettivo primario una crescita nei risultati. 

Se per tutti era chiaro che la scelta di Pioli ponesse la Fiorentina su un altro livello rispetto alle recenti stagioni, oggi Pradè ha dichiarato apertamente che, al di là degli avversari, dei loro miglioramenti o peggioramenti, il club si aspetta di progredire ulteriormente, ottenendo i risultati solo sfiorati nel recente passato. Chiuso il mercato, si pensa al campo e a come Pioli dovrà essere capace di tradurre in risultati la rosa costruita da giugno ad agosto. Non ci sono nemmeno riferimenti a mancate cessioni che avrebbero potuto cambiare il saldo estivo, né è stata fatta menzione di una situazione economica da ripianare nel prossimo futuro. La sensazione è che il club voglia ripianare attraverso i risultati sul campo, un qualcosa che spesso è stato chiesto anche dalla piazza quando si chiedeva di aumentare il livello tecnico della rosa. 

Tra il dire e il fare resta comunque da attraversare un mare che somiglia più a un oceano, ma questo ora è il compito di Pioli. Almeno per il management viola. Poi il campo dirà se il lavoro estivo e quello dell'allenatore saranno sufficienti per ottenere questo tipo di risultati. Ma senza colpi rimasti in canna, senza operazioni non riuscite e con la convinzione di aver fatto tutto il possibile per garantire una determinata crescita sportiva, la società ha passato la palla a Pioli. Che non ha salvagente, ma che vista l'esperienza sa anche qual è il miglior modo per buttarsi in questo compito tutto tranne che facile, navigando tra i dubbi che, nonostante tutto, sono ancora molti.