Fagioli e Nicolussi come Borja e Pizarro, torna di moda il doppio play in casa viola

Il termine "doppio play" è una di quelle espressioni che nel calcio moderno, soprattutto negli ultimi anni, sta prendendo sempre più piede, con molte squadre, anche vincenti, che hanno scelto di adottare a centrocampo una struttura che prevede appunto l'utilizzo di due figure che svolgano compiti di regia in diverse zone del rettangolo di gioco. Da quando con la fine del mercato alla Fiorentina è arrivato Nicolussi Caviglia, che a Venezia ha giocato sia come mediano basso in un centrocampo a tre che come mediano in un centrocampo a due (ma sempre con compiti di schermo e regia davanti alla difesa), anche per Stefano Pioli e il suo staff si sta palesando la possibilità di utilizzare questa soluzione spostando in posizione di mezzala Fagioli e facendolo così coesistere con il suo ex compagno ai tempi della Juventus. Ma facendo un passo indietro, da dove nasce il termine "doppio play"?
L'origine del termine. L'espressione in realtà non nasce nel mondo del calcio ma affonda le sue radici nel basket, con i Denver Nuggets che sono stati la squadra che per più tempo ha utilizzato quella che è stata una vera e propria evoluzione tattica, che prevedeva appunto l'utilizzo di due playmaker per avere una diversa gestione della palla e di conseguenza anche più soluzioni in fase offensiva.
Chi ha già utilizzato il doppio play. Gli esempi di squadre che anche in Italia recentemente hanno beneficiato di questa impostazione tattica non mancano. Il Napoli di Conte lo scorso anno, per sopperire all'assenza per infortunio di Anguissa, ha schierato contemporaneamente sia Lobotka che Gilmour, riuscendo con questa formula a dominare tatticamente l'Inter di Simone Inzaghi nella sfida scudetto del Maradona. Gli stessi nerazzurri hanno costruito sul duo Calhanoglu-Mkhitaryan (senza dimenticare anche Barella che in fase di palleggio da sempre il suo contributo) le fortune del ciclo dello stesso Inzaghi. Un'altra squadra che è arrivata a vincere grazie a questa variante tattica è l'Italia di Roberto Mancini, che grazie soprattutto al binomio Verratti-Jorginho è riuscita a mostrare un calcio di qualità e allo stesso modo vincente. Guardando poi in casa Fiorentina e tornando indietro negli anni come non ricordare la coppia Borja Valero-Pizarro che, insieme all'incursore Aquilani, hanno contribuito a rendere spettacolare la squadra allora allenata da Vincenzo Montella.
La mezzala di inserimento. Tutte queste formazioni ovviamente sono state costruite sulla base di un centrocampo a tre che prevede appunto la presenza non solo del doppio play ma anche di un terzo elemento in grado di sfruttare gli inserimenti per apportare gol, oltre che geometrie, e per contribuire a formare una mediana completa. In tal senso Rolando Mandragora, che ha già dimostrato di avere un buon feeling con la porta, e Simon Sohm possono rappresentare una più che valida soluzione da aggiungere ai già citati Fagioli e Nicolussi Caviglia.
Pioli pronto a lanciare il nuovo centrocampo. Ora non resta che attendere di capire come Stefano Pioli vorrà ridisegnare la sua Fiorentina in vista di questa stagione e tenendo conto appunto dei rinforzi arrivati dal mercato. Considerando però che lo stesso tecnico viola oggi in conferenza stampa parlando di Nicolussi Caviglia ha testualmente detto: "Mi pare un giocatore da vertice in un centrocampo a tre, mi sembra un buon acquisto per noi", ci sono buone possibilità che si vada nella direzione tattica di un centrocampo a tre e quindi anche di un 3-5-2, che con una linea mediana più qualitativa, può dare anche una svolta ad un gioco che nelle prime uscite stagionali ha latitato parecchio.
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