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Dal Como al Pisa è un passo indietro, ma la Conference resta un’occasione per allentare le tensioni e ritrovare fiducia

Dal Como al Pisa è un passo indietro, ma la Conference resta un’occasione per allentare le tensioni e ritrovare fiduciaFirenzeViola.it
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di Tommaso Loreto

Mai così pochi punti da quando una vittoria ne vale 3. Il dato più pesante della falsa partenza viola si palesa con tutta la crudezza dei numeri, e potrebbe pure esser seguito da altre elaborazioni altrettanto disastrose. Non che servissero le statistiche per certificare tutte le difficoltà che Pioli e la sua squadra stanno affrontando, ma è chiaro che al netto delle parole di rito adesso è il tecnico che deve individuare il giusto elettroschock. Ancor più dei risultati l’assenza di identità, e di un’intensità di un certo livello, inchioda il tecnico alle proprie responsabilità, seppure il gruppo squadra abbia fatto poco o niente per adattarsi ai vari tentativi tattici.

Il centrocampo a 2 e l’apatia di Gudmundsson
Se contro il Como Fazzini aveva agito quasi da terzo centrocampista a Pisa l’ex Empoli è salito di qualche metro, ma senza grandi fortune. Ancora peggio è andato Gudmundsson ormai prossimo a finire nel girone dantesco degli oggetti misteriosi, almeno in termini di rendimento. Nella scelta del doppio trequartista alle spalle di un Kean tornato unica punta, ulteriore variante tattica che si aggiunge alle (tante) precedenti, è da leggersi il tentativo di aggrapparsi alle certezze dell’anno scorso, ma nemmeno questo esperimento ha funzionato.

Dal Como al Pisa un passo indietro
Intanto anche sulle corsie esterne si sta allargando a macchia d’olio una sorta d’incertezza preoccupante, quella che ha visto Dodò tra i peggiori della gara di domenica e che racconta di un Gosens non così dinamico come in passato. Che sia questione di testa o di gambe anche la spinta sulle fasce è minima, con tutte le conseguenze del caso cui aggiungere la manovra prevedibile. In tal senso la seconda da titolare di Nicolussi Caviglia ha avuto il sapore di un passo indietro, un po’ come tutta la prova di Pisa parsa inferiore a quanto messo in campo contro il Como, soprattutto nel primo tempo.

Occasione Conference
Poca aggressività che si tramuta nei contrasti quasi sempre persi, ma pure un atteggiamento in campo tutt’altro che determinato, pure dopo i richiami (inevitabili) del tecnico a un periodo di rodaggio che doveva necessariamente terminare. Niente che a Pisa si sia tramutato in una reazione degna di tale nome, tanto da dover rimandare al giovedì sera di Conference League l’appuntamento con un successo che adesso diventa determinante. Per cominciare bene il girone, certo, ma anche per avviarsi con un pizzico di fiducia in più a una gara da prendere con le molle come quella contro la Roma dove Gasperini ha tenuto ben altro passo nell’ambientarsi su una nuova panchina.