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Una Viola di poca personalità non sa ritrovarsi, e a Pisa sono le decisioni arbitrali a salvare la squadra di Pioli

Una Viola di poca personalità non sa ritrovarsi, e a Pisa sono le decisioni arbitrali a salvare la squadra di PioliFirenzeViola.it
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Oggi alle 19:30Copertina
di Tommaso Loreto

Se gli episodi favorevoli sono quelli determinati dall’arbitro Manganiello, che si fa aiutare dal Var per annullare il gol di Meister ma ignora il tocco di mano di Pongracic sul tiro di Cuadrado, significa che il pari finale va più stretto al Pisa che non alla Fiorentina. Basterebbe questa riflessione a testimoniare la delusione con la quale i viola tornano dall’Arena Garibaldi senza gol all’attivo, e considerare che De Gea è rimasto imbattuto non può limare i giudizi su un’altra gara ai limiti dell’anonimato.

Poca personalità
Nelle valutazioni del dopo gara Pioli tocca anche l’argomento personalità, riferendosi a quanta poca se ne sia vista in campo. Se il tecnico aveva chiesto ai singoli di salire di tono per consentire alla squadra di fare altrettanto il duo Nicolussi Caviglia-Mandragora non riesce nel compito di alimentare il gioco. L’ex Venezia è sotto ritmo, il capocannoniere del gruppo poco ispirato, e là davanti Kean tornato unico riferimento fa tutto da solo ma senza precisione. L’attaccante viene pescato a ripetizione in off-side e nel finale spara alto l’ultimo pallone buono, ma al di là delle sue défaillance nemmeno Gudmundsson e Fazzini riescono a riempire a dovere gli spazi sulla trequarti

Gudmundsson e un’altra occasione sprecata
Nello specifico è l’islandese a sprecare un’altra occasione, tanto più in un derby in cui rientrava dopo l’assenza di Como. Quasi mai nel vivo del gioco il numero 10 non arriva nemmeno al tiro e di imbucate per Kean non se ne vedono. La conseguenza è quella di una squadra divisa a metà, con la difesa che a tratti balla per il maggior ritmo del Pisa e con il centrocampo che non lega con gli uomini offensivi. Così al netto delle decisioni arbitrali anche nei tiri in porta il Pisa risponde colpo su colpo, tanto che ai punti restano gli uomini di Gilardino i più pericolosi rispetto a quelli di Pioli (considerata la traversa di Nzola e incluso Ranieri che come Kean si fa pescare in fuorigioco nell’occasione del secondo tempo).

Una squadra che non sa ritrovarsi
Tra gli altri concetti del dopo partita Pioli tira in ballo un gruppo nuovo che deve assemblarsi, se non fosse che questa squadra è stata più o meno confermata in toto dopo il sesto posto della scorsa stagione. Se ancor prima di gioco e risultato la richiesta principale che veniva fatta a questa squadra era di trovare un altro modo di stare in campo, un altro atteggiamento, anche oggi a Pisa la richiesta risulta vana, almeno a giudicare da quanto Nzola e compagni hanno messo all’angolo gli uomini di Pioli. Per il quale, al netto delle due prossime sfide con Sigma Olomuc e Roma prima della sosta, adesso la strada è sempre più in salita.