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Qualità, qualità, qualità. Fagioli e Gudmundsson accendono la luce (con quattro mesi di ritardo), in attesa del mercato

Qualità, qualità, qualità. Fagioli e Gudmundsson accendono la luce (con quattro mesi di ritardo), in attesa del mercatoFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 20:00Copertina
di Alessandro Di Nardo

Se un alieno atterrasse al Franchi - auguri per il parcheggio dell'astronave, potremmo consigliargli di posteggiarla tra i cantieri di una Fiesole che ha sempre più un aspetto lunare - si accorgerebbe subito che ci sono due calciatori con qualcosa in più degli altri. Tocco, o meglio qualità (o classe), ors categorié: sono il quarantaquattro e il dieci, Nicolò Fagioli e Albert Gudmundsson. Lo sono sia quando le cose vanno bene che quando vanno male, più il secondo caso negli ultimi quattro mesi. E non è quindi casualità che la prima vittoria in campionato della Fiorentina, arrivata addirittura al solstizio d'inverno, coincida con le migliori prestazioni dei due giocatori su cui l'alieno punterebbe subito gli occhi. La Fiorentina non segnava almeno tre gol in una partita di campionato dal marzo scorso: 3-0 contro la Juventus, anche lì due singoli si presero il proscenio, il quarantaquattro e il dieci. 

Qualità al potere
Fagioli sventaglia, cuce gioco, serve l'assist a Ndour con un cioccolatino vellutato a fine primo tempo, insomma da respiro a una manovra a corto di fiato; Albert è sempre nel vivo del gioco e dimostra di essere l'unico tiratore della rosa assieme a Mandragora, palo con un destro arrotato, poi un pezzo di bravura rubato dal repertorio di un altro dieci, Nico Paz, giravolta e mancino sotto la traversa per il 2-0. Nico e Gud dimostrano di essere tra i pochi nella rosa a parlare la stessa lingua, quella della qualità, qualità, qualità. Sono sulla stessa pagina del libro, come direbbero oltre Oceano. Quando poi anche gli altri fanno il loro, succede quello che è successo ieri. La manita all'Udinese può esser vista come tante cose, ai più è stato un sospiro di sollievo pre-Natale, ma aumenta i rimpianti. Perché il non detto fa la differenza: quando giocano così Fagioli e Gudmundsson c'entrano poco col contesto viola. Il problema sta nel quando: citavamo quel Fiorentina-Juventus, marzo scorso, probabilmente l'unica volta che entrambi hanno giocato una gara all'altezza dei loro piedi. Per questo non può bastare la domenica di zucchero filato che l'ex bianconero e l'islandese hanno regalato al Franchi per far smettere di bubare una piazza intera. 

Mercato
La prestazione combinata dei due può però bastare per dare un messaggio al nuovo volto che arriverà, Fabio Paratici: la missione salvezza rimane ancora a dir poco proibitiva e può passare soltanto dai piedi di chi può accendere la luce in campo. Il quarantaquattro e il dieci: oggetti già di rumors di mercato negli ultimi giorni, perché il primo è sotto esame e non bastano (come lui stesso ha ammesso prima della gara di Losanna) una manciata di partite buone in un anno; perché il secondo ha comunque mercato - lo osserva la Roma e qui conterà soprattutto il volere del giocatore -. L'effetto forse più importante di questo Fiorentina-Udinese sarà proprio dare indicazioni a Paratici e chi dovrà prendere scelte fondamentali nelle prossime settimane. "A gennaio guarderemo in faccia tutti e capiremo chi può stare qui" aveva detto Paolo Vanoli giovedì sera. Quanto fatto da Fagioli e Gudmundsson, due che nell'ultimo periodo, per motivi diversi, hanno avuto la carriera offuscata da quanto accaduto extra-campo, è uno statement: i due ci sono, con la testa prima che coi colpi.