UN CENTRAVANTI... "GENEROSO"

12.03.2012 01:11 di  Stefano Borgi   vedi letture
foto di Stefano Borgi
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© foto di Firenze Viola

Qualcuno, più maligno di noi, direbbe subito... generoso con chi? Con gli avversari forse, non certo con la Fiorentina. E ancor meno con i tifosi che aspettano a gloria il suo primo gol con la maglia viola. E come dar loro torto: Amauri sta per tagliare l'11° mese di digiuno (l'ultima realizzazione è datata 23 aprile 2011, Udinese-Parma 0-2, ed il brasiliano fece addirittura doppietta), ha passato i 600' senza gol, è alla 7° partita in bianco con la Fiorentina... dobbiamo andare avanti? E poi, continua a chiedere il maligno di cui sopra, perchè generoso? Forse perchè sgomita, si agita, fa il tergicristallo da destra a sinistra? Da quando in qua un centravanti si giudica dai metri percorsi e non dai gol fatti? Tutto vero, tutto giusto, e proprio da qui prende spunto la nostra riflessione: dare di "generoso" ad un centravanti è tutto meno che un complimento, anzi... è quasi un atto compassionevole, una carineria tesa a nascondere lo scarso rendimento, la scarsa prolificità in zona gol. Prendetela come una provocazione, come una critica garbata ed in bella calligrafia, ma il nostro titolo vuole esser tutto meno che un complimento. Semmai uno uno stimolo a far meglio.

Ma andiamo con ordine. Chi si ricorda di "ciccio" Graziani? Più o meno tutti, ne siamo certi, anche perchè il buon "ciccio" tracima in apparizioni mediatiche di ogni sorta. E più o meno tutti si ricorderanno quando di Graziani si diceva che era..."generoso". Il "generoso" ciccio Graziani, questa era più o meno la dicitura ufficiale. Graziani correva tantissimo, si dannava ad inseguire tutto e tutti, portava il pressing ed "tornava" in difesa, spesso lasciava il ruolo di centravanti ad altri perchè lui era... generoso. E si tendeva a perdonargli anche qualche gol in meno, perchè lui si stancava, si presentava poco lucido in zona gol e ne aveva ben donde. Salvo poi dire che Graziani non valeva più niente, che era a fine carriera, che era "cotto", bollito, un calciatore sul viale del tramonto. Questo perchè non segnava più, perchè correva e basta. Va detto, ad onor del vero, che "ciccio" i suoi gol li ha sempre fatti, almeno fino a quando giocava nel Torino e formava con paolino Pulici la coppia dei "gemelli del gol": 97 gol in 221 partite con punte di 15 nell'anno dello scudetto ('75-'76) e di 21 la stagione dopo, quando vinse il titolo di capo cannoniere. All'epoca correva meno, servito (e riverito) da campioni del ruolo come Claudio Sala, Pecci, Zaccarelli, da faticatori come Agroppi prima, Patrizio Sala poi. Nel 1981, per due anni, arriva l'esperienza a Firenze contrappuntata da 52 presenze e soli 14 gol. Nacque in quegli anni la "favola" triste del Graziani "generoso" sublimata ai mondiali di Spagna 82' quando "ciccio" corse a perdifiato per un certo Paolo Rossi. Graziani correva e Rossi segnava, Graziani faceva tutto il campo e Rossi (da fermo) mise a segno 6 reti su una mattonella, entrando di fatto nella storia. Come vedete, a correre tanto (specialmente se uno fa il centravanti) a volte ci si rimette. Graziani concluse la carriera "importante" (ci saranno altre due stagioni all'Udinese, ma sono frattaglie...) alla Roma di Eriksson disputando 57 partite in tre stagioni con 12 gol. A quel tempo correva già di meno e segnava oggetivamente poco, ma la carta d'identità (lo sappiamo) non guarda in faccia nessuno. In tutto "ciccio" Graziani ha realizzato 130 gol in 353 gare di serie A, non male comunque per un... "generoso" come lui.

Siamo certi che Amauri firmerebbe per ripetere una carriera simile, anche a costo di sentirsi dare di generoso tutti i giorni. Ahimè i numeri dell'italo-brasiliano sono ben diversi: 244 partite disputate in serie A e 65 reti, media di (quasi) un gol ogni 4. Non granchè... Cosa si evince da tutto questo? Che correre fa bene e accontenta l'allenatore, ma certamente Amauri dovrebbe essere più cattivo e cinico in zona gol (attenzione, il pallone respinto sulla linea è un gol sbagliato), che la Fiorentina ha un bisogno endemico delle sue reti, che correre tanto riempie gli occhi della gente ma non fa classifica, non fa rendimento. Perchè un centravanti si misura con i gol, tabellino dei marcatori alla mano. Un centravanti (a differenza del famoso Nino di De Gregori) si giudica... proprio da questi particolari. E quando Amauri si sentirà dare del "generoso", si volti e rifiuti gentilmente il complimento.