LA STORIA INFINITA

11.11.2011 00:22 di  Stefano Borgi   vedi letture
LA STORIA INFINITA
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Prandelli contro Corvino, Corvino contro Prandelli. Una vera e propria "Never ending story". E poi... Prandelli contro Della Valle, la Fiorentina (cioè Corvino e Della Valle insieme) contro Prandelli, altra storia che sembra infinita. Addirittura nei mesi scorsi abbiamo assistito a Mihajlovic contro Prandelli (ricordate le polemiche su Gilardino in nazionale?) anche se questa, ormai, è acqua passata. Possiamo essere sinceri? Ne abbiamo abbastanza, senza per questo prendere le parti di nessuno. E ci fa specie vedere le tre componenti che solo due anni fa avevano reso grande la Fiorentina "becchettarsi" in modo sterile ed anche un pò infantile. L'ultimo episodio ieri a Coverciano, quando nel commentare i frequenti cambi di allenatore (la domanda verteva sull'arrivo a Firenze di Delio Rossi, ma il riferimento era anche all'esonero di Ficcadenti a Cagliari) Prandelli ha collegato l'esonero di un tecnico al fallimento di un progetto societario. "Quando ci sono dei cambi, sappiamo bene che a pagare è sempre il tecnico - ha chiosato il mago di Orz -  ma il 99% delle volte è un problema di progetto che è sbagliato. E l'allenatore va ad interpretare un progetto, anche se non voglio entrare nel merito di situazioni che non conosco". Ma come caro Cesare? Non hai pensato che le tue parole avrebbero coinvolto direttamente la sfera viola, con tutto quel che ne consegue? Fortunatamente, per ora, mancano reazioni ufficiali da parte della Fiorentina, anche perchè (probabilmente) hanno cose più importanti a cui pensare (leggi la sentenza di calciopoli). Però dobbiamo ammetterlo, da uno come te ci aspettavamo maggiore attenzione, maggiore sensibilità.

Idem dicasi per Pantaleo Corvino che, nel presentare Delio Rossi, ha fatto più volte riferimento alla chiusura di un ciclo, al passaggio che non ha funzionato tra il precedente e l'attuale, a chi aveva condotto e costruito quel periodo fortunato nato nel 2005. Tutti hanno capito che il riferimento era a Cesare Prandelli, ma il ds viola ha fatto di tutto per non nominarlo, ha fatto dei giri di parole infiniti per bypassare il suo nome, evitando così di dargli soddisfazione, stando attento a non esaltare il lavoro fatto in quei 5 anni dal tecnico di Orzinuovi. Pantaleo... cui prodest? O meglio: "A chi giova" tutto questo? Nonostante siano passati ormai due anni, nonostante l'acqua passata sotto i ponti, nonostante siano cambiati uomini, allenatori, dirigenti, addetti stampa, giocatori... siamo ancora a scaricarsi addosso colpe e responsabilità? Ci dispiace, ci dispiace davvero tanto, come addetti ai lavori e come simpatizzanti della Fiorentina. Almeno per noi quel periodo resterà indelebile, incancellabile, ed i protagonisti saranno sempre i soliti tre: Della Valle, Corvino e Prandelli. Tutti insieme, nessuno escluso. E invece la storia dei rimproveri, delle polemiche, delle frasi criptiche, delle accuse subliminali, oltre che stucchevole sembra davvero infinita. O forse Prandelli sperava che nessuno collegasse le sue dichiarazioni ai suoi trascorsi viola? O forse Corvino sperava che nessuno notasse la volontà di non fare il nome di Prandelli in conferenza stampa?

In mezzo a tutto questo ci sono (come sempre) i tifosi. C'è il partito pro-Corvino ed il partito delle "vedove" di Prandelli. Ci sono quelli che non vogliono più Pantaleo, quelli contro Della Valle, quelli che non avrebbero mandato via Mihajlovic. Quelli che esultano per l'arrivo di Delio Rossi (perchè simile a Prandelli), quelli che manderebbero via tutti e rimpiangono Cecchi Gori (sembra incredibile, ma ci sono anche questi). La solita Babele di opinioni, gruppi e gruppetti, piccole fazioni, grandi schieramenti. E come spesso capita, tutti contro tutti. Adesso la speranza si chiama Delio Rossi. Il signor Rossi, che come il protagonista del fumetto di Bruno Bozzetto ha un sogno: riunire Firenze e la Fiorentina sotto un'unica bandiera (quella viola), attraverso il lavoro, la serietà, l'umiltà e, vivaddio, i risultati. Perchè alla fine chi vince ha sempre ragione.