"CERCEIDE", LA FIDUCIA? E' UNA COSA SERIA...
"Solo gli stupidi non cambiano idea", recita il celebre aforisma. Noi abbiamo la presunzione di non ritenerci tali, ma riguardo Alessio Cerci restiamo sulle nostre posizioni: meglio cederlo, subito, se possibile al miglior offerente. Troppo alto il rischio di farsi prendere dall'entusiasmo, obnubilati dal gol-salvezza di Lecce, per dimenticare quella che è una vera e propria "Cerceide". Continuiamo a credere che la Fiorentina debba fare piazza pulita, senza cedere a ripensamenti di sorta. Anche perchè, come si suol dire... "Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", e Cerci troppe volte ha tradito la nostra fiducia. Quel refolo di onestà intellettuale che ci rimane impone, però, di rivalutare la posizione del "Garrincha" di Valmontone alla luce di tre accadimenti dell'ultim'ora: 1) La corsa di Alessio sotto il settorino dei tifosi viola dopo il gol del "Via del Mare", con annessa maglietta garrita al vento (esageriamo se diciamo che ci è sembrata un'esultanza spontanea?) 2) Il largo consenso tra i tifosi (leggi post su FB, messaggi e telefonate alle radio) che lo "smemorato di Velletri" sta riscuotendo all'indomani della prodezza di cui sopra. 3) Il suo ultimo post su Twitter che recita: "Spero di meritare sempre di più il vostro affetto. Il goal di ieri è per chi, nel bene e nel male, non mi ha mai abbandonato". E ce ne sono! Chi vi scrive, solo per aver detto che Cerci va ceduto nonostante tutto, è stato inondato di mail con l'accusa di poca obiettività ed irriconoscenza verso chi ci ha salvato dalla serie B. A questo punto mi corre l'obbligo di riassumere per punti (molto brevi, altrimenti ci vorrebbe un volume intero) la storia fiorentina di Alessio Cerci. La "Cerceide", appunto, poema Omerico in due stagioni.
Di Alessio Cerci si comincia a parlare a metà agosto 2010, pochi giorni dopo il tremendo infortunio di Stevan Jovetic. Alessio viene presentato il 26 agosto e se il buon giorno si vede dal mattino... In sala stampa viene rubata la maglia numero 23 usata per la presentazione. Verrà ritrovata (anzi...restituita) qualche giorno dopo, non si è mai trovato il colpevole. Cerci esordisce il 28 agosto alla 1° di campionato contro il Napoli disputando 20 minuti promettenti. Cerci, però, viene da Roma, ha quella spocchia tipica della capitale, la parlata romana, è cresciuto nelle giovanili giallorosse e per di più si dichiara tifoso romanista. Ne ha facoltà, ma a Firenze non attecchisce. La squadra, poi, non ingrana e lui è il primo ad essere colpito. Fino al 7 novembre, data di Fiorentina-Chievo anticipo delle 12.30, quando Alessio viene fischiato prima di entrare in campo al posto di Marchionni (73'). Passano 8 minuti, il "ricciolone" entra prepotentemente in area e di destro (non il suo piede) batte Sorrentino per l'1-0 decisivo. Nel dopo partita interviste a non finire e l'improvvida dichiarazione: "Sono contento, ma ora devo scappare.Tra poco comincia il derby e devo andare a tifare Roma..." Beh, benedetto ragazzo...si poteva fare decisamente meglio. Da lì si susseguono una sequela di "cerciate", di episodi tra il grottesco ed il surreale, sempre con protagonista Alessio Cerci. Le soste selvagge di fronte al Ponte Vecchio piuttosto che sui passi carrabili dei Carabinieri. Le passeggiate con un presunto gatto al guinzaglio. Le assenze agli allenamenti perchè c'era da stipulare il rogito della casa a Formentera. L'intervista alla Gazzetta di fine campionato scorso, quando dichiarò che non sarebbe mai andato ad esultare sotto la curva. E tutto questo dopo un finale di campionato per certi versi esaltante, nel quale aveva segnato 6 gol nelle ultime 5 partite.
Siamo solo alla prima stagione. Il 2011-2012 comincia sulla falsa riga del precedente: subito un gol decisivo in coppa Italia contro il Cittadella (sinistro meraviglioso a girare sotto l'incrocio), poi tre gol nelle prime quattro partite. Però la scintilla non scatta, non può scattare: Cerci è discontinuo, Mihajlovic se ne va, con Rossi c'è attrito e le dichiarazioni su Facebook di "Lady Cerci" fanno il resto. Addirittura il 4 marzo si copre di ridicolo quando, per sostituire Jovetic dopo 20', ci mette due minuti d'orologio per calzare scarpe e parastinchi. Per poi giocare il resto di Fiorentina-Cesena con i calzoncini tirati su come fosse sulla battigia del bagno casereccio. Se non è follia questa... Un bagliore il 7 marzo, a Parma, con un gol dei suoi (girata mancina tecnicamente pregevolissima) fino allo "sprofondo" del 17 marzo contro la Juventus: De Ceglie lo provoca, gli da un buffetto, e Cerci risponde dandogli un calcio nel sedere. L'arbitro vede solo il viola e lo caccia. La Fiorentina perde per 5-0 e sul banco degli imputati ci va come sempre, più di sempre... Alessio Cerci. Due giorni dopo commenterà su Twitter: "Chiedo scusa a tutti i tifosi viola per la mia sbagliata reazione ad uno SCHIAFFO (lo scrive proprio così, in maiuscolo... ndr) ricevuto mai preso in considerazione!! Dispiaciuto". Poi il finale che stiamo raccontando, forse davvero l'ultima possibilità per il "Garrincha di Valmontone" di ritagliarsi un futuro viola. Noi ci ripetiamo: la fiducia è una cosa seria e Alessio, per quanto ci riguarda, se l'è giocata da tempo. Il talento del ragazzo è indiscutibile, forse anche l'ingenuità, una certa bontà d'animo depongono a suo favore. Ma ne abbiamo viste troppe per indulgere ancora. Dipenderà dal nuovo allenatore, dal direttore sportivo, se loro sapranno domarlo, se riusciranno a recuperarlo avranno tutta la nostra gratitudine. E poi, Cerci non è il nostro Messi...?