M. GRAZIA PINNA, 1ª donna arbitro: "Il mio esordio"

"In campo c’erano due squadre di ragazzini, eravamo al Barco a Novoli e lo stadio era pieno di giornalisti, almeno duecento. Ma al rossetto non rinunciai, nemmeno in gara". A raccontarlo stamani a La Nazione è Maria Grazia Pinna, la prima donna ad arbitrare una partita di calcio in Italia. Nata a Carloforte in Sardegna nel 1942 e giunta a Firenze a soli diciotto anni, oggi è ancora una grande appassionata di calcio ma anche di arte e cultura, oltre al grande impegno per il volontariato. E al quotidiano racconta: "Ero emozionata, ma nemmeno più di tanto. Però fu un mezzo disastro: dopo il primo gol non trovavo il cartellino e la penna per annotarlo e così alla fine della partita confusi il risultato! Ma tanto le attenzioni erano tutte per me, nel bene e nel male.
Io ho sempre risposto per le rime chi mi mandava a quel paese. Non lasciavo mica cadere gli insulti. Uno urlò che avevo le gambe storte, ma lo fulminai: avevo gambe perfette. Un’altra volta qualcuno dagli spalti mi disse: ‘Sarai brava a letto’ e io risposi: ‘Sì, però non con te’. Mi sgridarono: un arbitro non deve mai rispondere. In campo, invece, i giocatori mi hanno sempre portato rispetto, le regole erano 17 ma io usavo la 18esima: il buon senso".
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