LA REPUBBLICA, La mano alzata di mister Italiano
La Roma. Una partita che conta tanto, perché contro un avversario forte, ambizioso e rivitalizzato da Mourinho. Non servono dieci partite per capire se la cura Italiano ha funzionato, una squadra la vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia e il risultato sarà quel che sarà, ma se l’aria è cambiata si capirà subito. Il pronostico è avverso, l’opportunità no: sono Mou e la sua truppa ad aver da perdere. Ai più anziani - senza esagerare eh! - questo match potrebbe ricordare quando la giovane Fiorentina di Sven Goran Eriksson si presentò a inizio campionato a San Siro per sfidare il Milan circense di un altro guru della panchina, Arrigo Sacchi.
Eravamo la vittima sacrificale, vincemmo 2-0 e fu l’unica sconfitta sul campo di quel Milan campione d’Italia. Non c’è bisogno di obiettarmi che, all’epoca, sotto la maglia con il redivivo giglio alabardato c’era un tizio di nome Roby Baggio e oggi nessuno, nemmeno il buono DV9, può essere messo a paragone. Giusto. Però c’è un allenatore che può metterci molto di suo nel riabilitare un gruppo che l’anno scorso pareva assortito come una comitiva di turisti last minute, per giunta senza passione per il viaggio. A riportarlo è La Repubblica.