PRANDELLI A RFV, Viola tra le 3 in A col gioco migliore
Dopo aver parlato dal palco del festival dello Sport di Trento, Cesare Prandelli si è concesso anche ai microfoni dei giornalisti presenti, tra cui Radio FirenzeViola. Ecco le parole dell'ex allenatore della Fiorentina: "Quando ero piccolino ho avuto la fortuna di avere un papà ed una mamma che mi hanno educato con certi valori, che poi ho cercato di riproporre in tutti i contesti in cui sono stato. Sono sempre più convinto che basta poco per instradare i ragazzi. Sono felicissimo che anche Spalletti abbia parlato dell'importanza del comportamento anche in Nazionale.
A proposito di Nazionale, siamo passati in poche settimane dal pessimismo post- Mancini all'euforia per l'ultima vittoria. Servirebbe un po' di equilibrio forse?
"Equilibrio? Non esiste nel calcio. Certo che bisogna mantenere questo entusiasmo. Le risposte ci sono state, ora sta a Luciano inventarsi qualcosa. Lui è diabolico e geniale nell'inventarsi qualcosa a livello tattico".
Manca qualcosa a livello di attaccanti?
"Non voglio discutere i numeri. Negli ultimi dieci anni l'unico capocannoniere è stato Immobile, non c'è stato nessun altro che gli si è avvicinato. Vuol dire che manca qualcosa e serve qualcosa anche a livello di sviluppo dei ragazzi".
Un parere invece sul cammino finora della Fiorentina?
"A Firenze c'è un allenatore molto bravo. La città poi ha voglia in maniera smisurata di confrontarsi con l'Europa e secondo me quest'anno la Fiorentina può puntare in alto. Champions? L'ho detto qualche mese fa, questa squadra può lottare per il quarto posto".
Tempo fa disse che si rivede in quanto sta facendo Thiago Motta.
" A me non piacciono reazioni esagerate in panchina. Lui trasmette serenità e tranquillità, è molto preciso tatticamente".
E' contento della sua scelta di lasciare il calcio?
"Le panchine degli stadi invecchiano, quelle del parco coi miei nipoti ringiovaniscono. Sono contento di questa vita".
Si aspettava un ritorno in Nazionale di Bonaventura?
"Sono contento perché se lo merita. In questi anni ha sorpreso tutti e quindi la sua determinazione l'ha riportato in Nazionale e mi auguro possa rimanerci. Tatticamente è prezioso, può fare tre-quattro ruoli. Qualche anno fa il suo ruolo era più preciso, ora è elastico e può fare quasi tutto in mezzo al campo".
Secondo lei oggi un allenatore ha una pressione maggiore rispetto a qualche anno fa?
"Sono tutti a disagio. Il fatto è che dopo trent'anni uno non ce la fa più. Il ruolo è sempre stato quello e anche le pressioni. Quando ho iniziato io ho fatto la gavetta, cosa che farebbe bene a tanti".
C'è una squadra in Italia che le piace particolarmente?
"Parecchie. Se devo dire tre nomi di club dico Bologna, Monza e Fiorentina che stanno facendo grandi cose".
Le squadre italiane in Europa stanno crescendo.
"In Europa siamo più preparati. Forse ci conoscono meno e tatticamente abbiamo qualche vantaggio. In Italia tutte le settimane è una battaglia anche con le piccole che ti studiano. E ogni partita può diventare un ultimatum, come ha detto il presidente del Napoli".
Ha visto il Viola Park?
"No ma lo vedrò presto. Avercelo avuto ai nostri tempi? Sarebbe stato bello, ma siamo arrivati in Champions anche senza".