Miani sulla viola: "Va creato il gruppo ancora prima di andare in campo"
Luciano Miani, ex viola che prese la maglia numero 10 dopo l'infortunio di Antognoni, è intervenuto a Radio FirenzeViola su 'Viola Amore Mio'. Ecco le sue parole: "La maglia numero 10 era pesante perché prima c'erano solo i numeri dall'1 al 11, e i successivi erano quelli per i giocatori in panchina. Il numero 10 identificava Antognoni, era inarrivabile. Dopo l'infortunio, altri giocatori più forti di me sentirono troppo questa responsabilità e il mister De Sisti mi chiese se sarebbe stato un problema per me prendere quella maglia e io risposi, a battuta: "sarebbe più un problema se mi desse la 13 o la 14", numeri che mi sarebbero valsi la panchina. Io mi scaricai addosso il fatto che non sarei potuto essere Antognoni ma è stata una bella realtà e responsabilità, nonostante i paragoni non si potessero fare".
Che effetto le fa vedere la Fiorentina ultima in classifica?
"L'attualità fa un brutto effetto perché il calcio è cambiato, il business è la ragione di tutto. Vorrei tornare a Firenze per guardare un partita e vedere il Viola Park. Alla fine della fiera però c'è la squadra che va in campo e che deve essere trainante. vedere una Fiorentina così demotivata e brutta, soprattutto all'inizio, non è bello per chi tifa. Io tifo tutte le squadre per cui ho vestito la maglia, ma soprattutto per la Fiorentina che mi ha dato grande notorietà"
Ritiene che Vanoli sia l’allenatore giusto?
"Me lo auguro ma dipende più dai giocatori. L'allenatore è il capro espiatorio però se ti trovi ad allenare una polveriera il compito è difficile anche se le provi tutte. Mi auguro che Vanoli, vista la sua giovane età, riesca a sollevare la situazione, perché non è una squadra da ultime posizioni in classifica"
Cosa ne pensa di Rolando Mandragora?
"E' un grande giocatore, può ricoprire più ruoli. Sa finalizzare. E' un giocatore con la G maiuscola"
Invece per quanto riguarda Fagioli?
"Fiagioli è un buon giocatorino, da recuperare tecnicamente e mentalmente. Nel nostro calcio c'era anche l'unione di squadra. Se non si crea un gruppo è difficile esserlo in campo. I giocatori la Fiorentina li ha, ma nel calcio di oggi è più difficile crear un gruppo. Dopo l'allenamento andavamo a mangiare insieme e tutt'ora abbiamo un gruppo in comune. E' il segreto di tutte le squadre ma oggi è più difficile perché sono cambiati i tempi"
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