PARMA, I "terribili" di Pecchia e un brutto precedente

Chichizola; Coulibaly, Balogh, Osorio, Valeri; Man, Estevez, Cyprien, Mihaila; Sohm, Bonny. Con questa formazione il Parma si è presentato al primo appuntamento ufficiale della stagione: degli undici messi in campo dall'inizio da Pecchia per la sfida col Palermo - sedicesimi di finale di Coppa Italia, sconfitta per 1-0 griffata Roberto Insigne -, solo uno (Valeri) è arrivato in estate. Il resto fa parte del gruppo che ha dominato la scorsa Serie B: in questo sta la particolarità del Parma di Pecchia, una neopromossa che, al contrario di quanto accade di solito, ha cambiato pochissimo.
Il motivo non è tanto la scarsa ambizione del proprietario Kyle J. Krause, magnate americano a capo della multinazionale che porta il suo nome, quanto l'eccezione rappresentata dalla rosa che i gialloblù avevano a disposizione già l'anno scorso: Man, Estevez, Cyprien, Mihaila, Bonny, tutti calciatori di altra caratura rispetto al contesto della Serie B. Il progetto di questo Parma, quello di Krause, parte nel settembre 2020, passa da una retrocessione (al primo anno) e da due anni di purgatorio, prima della promozione dell'anno scorso. In un quadriennio, il Parma ha fatto un salto in avanti da decenni, tanto da rappresentare una delle eccellenze a livello nazionale, soprattutto dal punto di vista dello scouting: Dennis Man, Mihaila, Benedyczak, ma anche Zirkzee (passato da queste parti nel 2021), sono tutti talenti cristallini passati in Emilia, captati da under 23 e portati sotto traccia in Italia.
La stella più luminosa rimane però Adrian Bernabé, fresco vincitore (da protagonista, con un assist da fantascienza nella finale di Parigi contra la Francia) della medaglia d'oro alle Olimpiadi con la sua Spagna: classe 2002, cresciuto tra Barcellona e Manchester City, portato in Inghilterra da Guardiola. Mancino, tocco palla orgiastico, baricentro basso, porta palla con un’alta frequenza di passo usando l’esterno di piede mancino - come è uso nella Masia, così scriveva l'Ultimo Uomo sul talento catalano all'indomani di un Parma-Fiorentina (dicembre 2023, ottavi di Coppa Italia) in cui il numero dieci crociato stregò i pochi presenti al Franchi. Di Mihaila, Man, Bernabé, Bonny, si ricorda bene chi era presente a quella gara distante poco meno di dieci mesi in cui - per gran parte della serata, conclusa poi ai rigori con la vittoria della Fiorentina - il Parma era sembrata la squadra qualitativamente migliore in campo.
0-2, Bernabé, Bonny: questo recitava il tabellone della Ferrovia all'intervallo dell'ultimo precedente tra Fiorentina e Parma. Il contesto sarà diverso, non più la ghiacciaia del Franchi ma la fornace del Tardini, da un clima 'freddo' - in tutti i sensi, anche per il colpo d'occhio' - a uno diametralmente opposto. Parma si prepara al ritorno in Serie A con l'entusiasmo inscalfito dall'incidente col Palermo, con molte più certezze rispetto alle classiche incognite post-promozione. Il gruppo è più o meno quello è ha tanta qualità, soprattutto dalla cintola in su. Gli ingredienti per stupire ci sono e in cucina c'è uno chef da stelle Michelin, Fabio Pecchia, uno che, dopo aver rinunciato alla Serie A con la Cremonese, stavolta si sente pronto anche per stupire al piano superiore: Pecchia è garanzia soprattutto di qualità di gioco e di gestione di un reparto, quello offensivo, zeppo di trequartisti, seconde punte e esterni - agli stracitati Bernabé, Mihaila, Bonny (che sabato non ci sarà), Benedyczak, aggiungete gli ultimi due colpi di mercato, Alqmvist (ex Lecce) e Cancellieri (anno scorso a Empoli).
Nella cavalcata di B chef Fabio è riuscito a trovare il dosaggio giusto e non ha voluto cambiare materia prima. Ha aggiunto solo qualche elemento, Valeri (scuola Cremonese) e soprattutto Zion Suzuki, portiere metà giapponese metà americano e tutto culto già per il nome e per l'aura che si è portato appresso - assieme a una manciata di giornalisti nipponici-. Ci sarà probabilmente lui dal primo minuto a difendere la porta di Pecchia, per un undici titolare che dovrebbe prevedere altre due new entry rispetto allo scorso campionato: ancora Valeri, a sinistra nella difesa a quattro, e il neo arrivato Cancellieri, nella batteria dei trequartisti a sostenere Mihaila, punta di diamante del 4-2-3-1.
Insomma, dietro il polverone mediatico alzato dal Como, il Parma sembra essere la novità di Serie A più stuzzicante, con una lista di personaggi hypster che scalderanno senza dubbio le prossime aste del fantacalcio. A battezzare l'affascinante creatura di Pecchia la Fiorentina, guidata da un ex gialloblù come Raffaele Palladino (quattro anni con la maglia crociata addosso): il tecnico viola sta studiando l'avversario già da tempo, è andato anche in perlustrazione, in loco, domenica scorsa per assistere alla gara col Palermo ed è tornato con qualche appunto utile. In cima alla lista il monito: 'Vietato sottovalutare i ragazzi terribili di Pecchia', il monito è rappresentato da quel tabellone del dicembre 2023, Fiorentina-Parma 0-2 al 45'. Attenzione massima anche per i precedenti: detto del rocambolesco incrocio del dicembre scorso, l'ultimo Fiorentina-Parma di A fu addirittura più drammatico, un 3-3 in un Franchi a porte chiuse in era Covid, con la sgangherata viola di un crepuscolare Prandelli salvata al 94' da un randomico autogol di Iacoponi. Se poi ci concentriamo sui precedenti al Tardini, non c'è da star tranquilli per i gigliati: una sola vittoria negli ultimi nove incontri in terra d'oltre appennino, al penultimo precedente. Era il luglio 2020 e a Parma la decise una doppietta di Erick Pulgar. Come passa il tempo...
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