VLAHOVIC VS OSIMHEN: SFIDA TRA I NOVE PIÙ DECISIVI IN ITALIA
Quella di domenica al Franchi non è solo il confronto tra le due squadre che, punti alla mano, sono più migliorate; Fiorentina-Napoli assume anche le sembianze di un duello western tra due dei centravanti più chiaccherati del momento e già in questa settimana in molti si sono espressi per decretare chi è più forte tra Dusan Vlahovic e Victor Osimhen.
Se infatti l’upgrade delle due squadre è dovuto soprattutto alla svolta tecnica portata da Vincenzo Italiano e Luciano Spalletti, è vero anche che nei due impianti di gioco le uniche pedine imprescindibili sono i rispettivi nove. I numeri di entrambi sono da capogiro: Dusan Vlahovic ha da poco superato i 30 gol in Serie A dopo poco più di una stagione e mezzo da titolare (17 reti nella seconda metà dello scorso campionato, 21 da inizio anno solare) e ha iniziato il campionato con 4 reti in 6 partite; Victor Osimhen, che ha circa un anno in più (è nato nel dicembre del ’98 mentre Dusan è del gennaio 2000), è esploso in contemporanea al serbo, nella primavera scorsa, dopo essersi messo alle spalle i problemi fisici invernali; adesso il nigeriano viaggia alla media di un gol a partita (6 gol in 6 partite stagionali, 4 in campionato). L’apporto che i due danno in zona-gol -Vlahovic ha finora partecipato al 44% dei gol dei gigliati, Osimhen al 31% delle marcature partenopee ed entrambi hanno siglato 3 reti decisive per le loro squadre nelle prime giornate (primi insieme a Brahim Diaz in questa speciale classifica)- non è l’unico motivo per cui sono diventati insostituibili per i due tecnici.
Il centravanti viola e quello azzurro hanno numeri simili ma interpretano in modo decisamente differente il ruolo di prima punta: Vlahovic gioca prevalentemente spalle alla porta; il serbo è lo sfogo perfetto per i disimpegni dei compagni, il suo fisico statuario costituisce un porto sicuro per gli alleggerimenti di difensori e centrocampisti. Osimhen è stato definito recentemente velociraptor, soprannome che spiega al meglio quale sia la sua caratteristica principale; basta vedere gli highlights delle ultime partite del Napoli per capire come il nigeriano in campo aperto sia letteralmente incontenibile, per questo si muove (inversamente rispetto a Dusan) verso la porta e non verso i compagni. I due giocatori interpretano il ruolo di attaccante in maniera differente: Vlahovic è il centravanti che fa la guerra con i difensori ed infatti è il terzo per falli subiti in A (17). Osimhen, pur avendo una statura notevole, ricerca il campo aperto e lo spazio alle spalle della linea difensiva ed arriva più spesso alla conclusione rispetto al serbo (3,6 tentativi a partita contro i 2 del serbo).
Il classe 2000 ed il nigeriano sono due nove agli antipodi dal punto di vista tecnico e tattico, ma se osserviamo i comportamenti che hanno in campo possiamo notare che hanno qualcosa in comune, una caratteristica che sembra derivare dal loro passato. Le responsabilità che i due hanno avuto sin da giovanissimi –Osimhen è cresciuto nella parte più povera di Lagos, dove spesso era costretto a vendere acqua per strada per aiutare la famiglia, Vlahovic ha avuto un’infanzia più agevole a Belgrado, ma ha battuto tutti i record di precocità con la maglia del Partizan Belgrado- hanno forgiato due caratteri da leader: quello che impressiona di più di Dusan e Victor più della fisicità o della velocità è infatti la determinazione, la fame con cui interpretano la partita, come se da ogni pallone dipendesse il loro futuro, come se il peso della squadra non fosse poi così tanto ingombrante per due ventenni. Si troveranno di fronte domenica alle 18 al Franchi i due attaccanti, due numeri nove partiti da lontano, così diversi ma con la stessa voglia di spaccare il mondo.