VITTORIE SUL TEMPO
Era l’elemento che serviva per chiudere il cerchio, per spazzare via - a pochi giorni dall’inizio della stagione e del tour de force tra campionato e Conference League - qualsiasi voce legata a un futuro nebuloso di uno dei capisaldi della Fiorentina di Vincenzo Italiano. Detto, fatto: nella settimana che porterà al match contro la Cremonese il club viola ha definitivamente sigillato qualsiasi diceria su Nikola Milenkovic, blindandolo a Firenze con un contratto fino al 2027 e dando anche un chiaro segnale in vista delle ambizioni che d’ora in poi potrà cullare il club di Rocco Commisso.
Una mossa - della serie “prevenire è meglio che curare” - che si mette in scia con quelle già portate a termine dalla Fiorentina all’interno di un’estate in cui la società si è dimostrata brava ad anticipare i tempi e i problemi, stroncando sul nascere ogni sorta di problematica. Dopo il rinnovo-lampo di Italiano (a un mese esatto dalla fine della stagione), sono infatti arrivati in sequenza i primi tre innesti della campagna acquisti che hanno sostituito, a loro volta, altrettante caselle lasciate vuote: Mandragora, Gollini e Jovic per Torreira, Dragowski e Piatek, mentre a fine luglio è stata la volta del terzo acquisto più pagato dell’era Commisso, ovvero Dodo (più cari del brasiliano solo Gonzalez e Amrabat).
Una scelta per programmare al meglio la nuova stagione (un anno fa, ad esempio, Italiano fu ufficializzato a inizio luglio mentre Odriozola e Torreira - due colonne dell’ultima stagione - arrivarono a Firenze solamente a campionato iniziato) e che aiuteranno e non poco l’allenatore nell’impostare l’annata che verrà, che fin dalla partenza si annuncia ricca di appuntamenti. Se il doppio confronto con il Twente (ormai è ufficiale che saranno gli olandesi a sfidare i viola) nei playoff di Conference League andrà bene, saranno in tutti 23 gli impegni che la Fiorentina dovrà sostenere fino al 13 novembre, giorno in cui ci sarà lo stop dei campionati: 91 dì senza respiro con una partita, di media, ogni 3,9 giorni. Ecco perché, appunto, prevenire è sempre meglio. E la Fiorentina, stavolta, lo ha fatto.