VISTA IN TRASFERTA, Niente come esserci...

Vista in trasferta", ovvero tutto il racconto delle gare della Fiorentina in trasferta.
A cura di Patrizia Iannicelli
29.09.2015 15:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
VISTA IN TRASFERTA, Niente come esserci...

Dopo la vittoria infrasettimanale ottenuta contro il Bologna, la partita di cartello della sesta giornata è di quelle affascinanti, come non accadeva da decenni, la titolata Inter capolista, contro l'inaspettata seconda della classe, la nostra Fiorentina. Purtroppo ancora una volta la tifoseria gigliata è penalizzata dall'orario in notturna, e anche se le vittorie portano quella spinta maggiore per gli spostamenti, molti per diversi e ovvii motivi devono rinunciare alla gara al Meazza. Solo due i pullman organizzati dalle associazioni del tifo, qualche pulmino, la maggior parte si muove con mezzi propri anche per agevolare il rientro in tarda notte. Il costo del tagliando non è certo irrisorio, anche per la visuale pessima che i sostenitori viola sono costretti a subire, collocati come ormai avviene da anni nel terzo anello, la "piccionaia" della Scala del calcio.

La solita serafica pazienza di quel nugolo di tifosi che con il sole ancora alto, si apprestano a salire sulla rampa per arrivare al settore loro preposto. Gli ultimi raggi spariscono lentamente e le luci si riflettono sopra il rettangolo verde. Si nota fin da subito quanto il supporto dei tifosi sia necessario e importante e già prima del fischio d'inizio, i 540 presenti sono a scaldarsi la voce all'entrata in campo della squadra viola, con cori e slogan. Lo speaker e la musica assordante rimbombano nel colosso imponente, ma la grinta di coloro che rappresentano i colori viola su quegli spalti hanno la meglio. La formazione in campo porta a nessun commento, certi di quella migliore a disposizione del mister Sousa. La prima fase di gioco i viola attaccano sototto il settore viola, e succede l'incredibile, al terzo minuto, Kalinic viene atterrato in area e l'arbitro indica il dischetto, ma si consulta con il guardalinee con attimi in apnea. Il rigore viene dato e si porta a batterlo Ilicic, tiro e goal del vantaggio.

Pochi minuti dopo Ilicic con un gran tiro costringe Handanovic alla respinta, che viene intercettata da Kalinic che realizza il raddoppio. Il Meazza ammutolito, i supporter viola impazziti dalla gioia. Al 22' incursione dalla sinistra di Alonso che mette in mezzo un pallone che aggancia Kalinic ed è la terza rete dei viola. Urla di giubilo, salti e abbracci in un tutt'uno, si mette a repentaglio l'incolumità fisica, si guarda il display che indica 0 a 3, non si crede ai propri occhi. Poi alla mezz'ora lo scatenato attaccante croato Kalinic costringe l'arbitro all'espulsione di Miranda, la squadra nerazzurra in dieci. All'intervallo si cerca di riprendere fiato, le gambe tremano, l'adrenalina alle stelle Inizia le seconda fase di gioco con dieci minuti di totale possesso palla quasi volersi accontentare del risultato roboante, sugli spalti qualche timore, un minimo di apprensione.

Al 16' da una punizione Icardi di testa prende il palo ma anticipa Roncaglia e mette in rete il goal del 1 a 3. Il pubblico di casa sembra rinvigorito, parte qualche coro, ma vengono surclassati da quelli degli ospiti. Il delirio totale è alla mezz'ora quando Ilicic si porta sotto porta e mette in mezzo per Kalinic che con freddezza realizza la tripletta personale e porta a quattro le rete viola. Il pubblico del Meazza inizia a lasciare spazi vuoti tra gli spalti, i cori ironici dei tifosi viola non si fanno attendere. In attesa della fine la "ola" che accompagna i passaggi della squadra, ritorna in auge "il pallone è quello bianco", coniato proprio per i nerazzurri al Franchi. Poi il triplice fischio che aumenta l'entusiasmo incontenibile con urla, abbracci, qualche lacrima di tensione accumulata. In attesa di uscire come sempre verso mezzanotte, ormai senza voce esausti si cammina in quegli spazi ristretti quasi in trance, degli zombie che ancora non riescono a focalizzare quella realtà di tornare dopo lunghi interminabili anni primi in classifica.

I commenti unanimi: "abbiamo vinto, siamo primi, svegliatemi perché penso di sognare, e se sogno non svegliatemi", sono una cantilena che si passa dall'uno all'altro.  Storditi favorevolmente, consapevoli di una vera impresa, si forma un serpentone su quella rampa (che all'entrata sembra la salita all'Everest) cantando, saltando, anche gli steward non possono che sorridere. Una squadra superlativa in tutti i suoi componenti, uno spettacolo che ha regalato una gioia immensa, che pochi credevano potesse succedere ma che in tanti speravano. Una festa inimmaginabile che a parole è difficile raccontare, perché si può dire e scrivere ogni cosa, ma niente è come esserci stati...