VERSO LA FIORENTINA B
Chiamatele ''squadre satellite'', ribattezzatele ''squadre B'' ma guai a chi da anni pensa di trasferire il modello europeo dei club riserve nel campionato italiano. La Fiorentina da par suo, però ci sta provando. E stavolta sul serio. Valorizzare il settore giovanile al massimo è il chiodo fisso della proprietà viola, che due anni fa ha affidato ad Eduardo Macia il compito di sviluppare al massimo il poteziale delle pianticelle gigliate, anche a costo di provare rivoluzioni. Ed ecco che proprio da una mente spagnola come quella dell'ex ds del Valencia è arrivata la proposta di importare dalla Liga il modello delle squadre B. Un disegno universalmente riconosciuto come vicente mai attuato in Italia ma che per la prima volta potrebbe diventare reltà a partire dalla prossima stagione.
La Fiorentina ha già mosso i primi decisivi passi: i dirigenti viola hanno individuato alcuni club (tutti toscani) con i quali hanno già iniziato da tempo a tessere dialoghi non tanto relativi ad acquisizioni di quote azionarie (questo sarebbe, nel caso, uno step successivo) ma volti soprattutto ad iniziare una collaborazione sportiva che permetta ai viola di far crescere e maturare i propri giocatori in campionati professionistici. L'idea iniziare per il momento sarebbe quella di realizzare non tanto squadre di riserve vere e proprie (come ad esempio lo sono Bacellona B e Real Madrid Castilla in Spagna, che militano nella Segunda División) ma di colonie viola costituite da prodotti del settore giovanile. E preparare al meglio i giovani ai campionati senior, lo strumento vincente potrebbe essere quello di trasportare lo stesso credo tattico utilizzato in prima squadra nel club satellite, cosa che per inciso avviene già adesso nella Primavera viola guidata da Leonardo Semplici.
Le società satellite che la Fiorentina ha individuato dopo un'attenta selezione sono al momento due: il Prato ed il Viareggio, squadre che militano in Prima Divisione e che si sarebbero dette disposte a trattare con il club dei Della Valle per arrivare a contributi esterni che superino l'attuale gestione aziendale e permettano a tutta la società un salto di qualità importante, rivoluzionario. E i Della Valle, anche in questo campo, potrebbero essere i pionieri del Bel Paese.