TRA LA CONFERENCE E I VIOLA CI SONO GLI HAMMERS:L'UNICO PRECEDENTE IN UN'ALTRA FINALE
Un valore della rosa che è quasi il doppio rispetto a quello della Fiorentina, una sessione di mercato (quella dell’estate 2022) conclusa con un passivo di 172 milioni di sterline ed un club che, nel complesso, è il 14esimo più ricco al mondo. Basterebbero questi numeri per far capire la potenza di fuoco degli hammers. Come in un videogioco, nell’ultimo atto di questa Conference League la Fiorentina sfiderà il mostro finale della competizione.
Pur dovendo rapportare le mostruose cifre che genera il West Ham all’opulento mercato della Premier, in cui i claret and blue non hanno certamente un ruolo di primo piano, è indubbio che per rosa, blasone e storia i viola si troveranno di fronte l’avversario più tosto di questo percorso europeo, il primo proveniente da uno dei top 5 campionati. Nonostante le risorse pressoché illimitate del club londinese, non è tutto oro quel che luccica dalle parti di Stratford: la finale di Praga per il West Ham arriva al termine di una stagione faticosa, in cui per larghi tratti gli hammers sono stati coi piedi nella padulosa zona retrocessione, uscendone solo dieci giorni fa con la vittoria contro lo United (l’unica nelle ultime cinque uscite di Premier, per il resto solo sconfitte). Attualmente i londinesi sono quindicesimi, a +6 sulla terzultima virtualmente salvi ma ancora non matematicamente al sicuro a causa della differenza reti. Il timoniere, David Moyes, lo stesso che aveva impresso il suo marchio in una stagione fantastica, quella scorsa, con semifinale di Europa League e settimo posto in campionato, sembra aver smarrito la rotta ed è ai saluti col club.
Nell’anno in cui gli hammers puntavano esplicitamente ad arrivare tra le top six, Moyes ha perso la bussola, non riuscendo a valorizzare una rosa altamente qualitativa ma altrettanto disfunzionale. A roster per i londinesi ci sono dodici nazionali, tra cui le due stelle più luccicanti, Declan Rice, capitano degli irons, perno dell’Inghilterra di Southgate e, tout-court, uno dei migliori mediani in circolazione a livello internazionale, e l’ex Milan Paquetà, talento cristallino della Selecao con colpi da fantascienza ma una collocazione tattica spigolosa.
Per il resto tanti altri giocatori in grado di far saltare il banco, soprattutto a livello Conference League: protagonista di diverse dolorose sbandate in patria -le più clamorose contro il Brighton ad aprile, sconfitta 4-0 e contro il Newcastle in casa,ko per 5-1 che ha messo a serio rischio la panchina - il West Ham in Conference è stata un rullo compressore; 8 vittorie su 8 nel girone con Anderlecht, Silkeborg e FCSB, agli ottavi i londinesi hanno passeggiato sull’AEK Larnaca (6-0 nel complesso tra andata e ritorno), mentre ai quarti hanno avuto ragione del Gent (1-1 in Belgio, successo per 4-1 all’Olympic Stadium); in semifinale il duello più duro, contro l’AZ Alkmaar che passa in vantaggio a Londra per poi essere ribaltata da un rigore di Benrahma e dal 2-1 di Michail Antonio. Al ritorno, in Olanda, il West Ham si è limitato a gestire le sparute sfuriate degli olandesi per poi colpire in pieno recupero con un gioiello di Pablo Fornals, un altro talento purissimo a disposizione di Moyes.
Son tutte lì, dalla trequarti in sù, le stelle degli hammers: il 4-2-3-1 forgiato in corso di stagione dal tecnico ex United si poggia su una ex promessa del calcio francese in porta come Areola, una linea difensiva composta da un altro ex PSG, Kherer, Zouma, Aguerd (connazionale di Amrabat) e Cresswell. Dalla cintola in avanti iniziano i dolori per gli avversari: mediana di qualità e quantità con Declan Rice, come detto il fulcro della squadra, ed il connazionale di Barak, Thomas Soucek, nazionale della Repubblica Ceca (come Barak) e di casa all'Eden, visto il suo passato con lo Slavia Praga; dietro l’unica punta che, in assenza dell’infortunato Scamacca dovrebbe essere Michail Antonio, miglior marcatore della storia del club, un mix di fantasia e efficacia sotto porta composto da Bowen, Paquetà e Benrhama. Dalla panchina tante soluzioni di simile qualità, come Angelo Ogbonna (ormai leggenda del club), l'altro italiano in rosa, Emerson Palmieri, Pablo Fornals, Lanzini ed il bomber britannico, Danny Ings, che insieme a Michail Antonio e Benrahma è tra i tre giocatori in doppia cifra in stagione.
Giunti a Praga, il livello dell’avversario si impenna per la Fiorentina: per il valore della Conference League, il West Ham può essere considerato la corazzata. La Viola, di gran lunga miglior attacco della competizione, non parte certo da netta sfavorita nel confronto del prossimo 7 giugno, ma per portare a casa un trofeo europeo che a Firenze manca da 61 anni la Fiorentina dovrà fare un’impresa se possibile superiore rispetto a quella di Basilea. West Ham e Fiorentina si ritrovano di fronte per la prima volta in una competizione UEFA, ma se torniamo indietro di cinquant'anni troviamo un altro duello in finale tra le due squadre: era l'autunno 1975 e irons e gigliati, in quanto vincitori delle rispettive coppe nazionali nella stagione precedente, disputarono una delle ultime finali di Coppa Anglo-italiana, trofeo ormai andato in disuso da tempo. La Fiorentina vinse sia all'andata, al Franchi, che al ritorno, in terra d'Albione; entrambi successi per 1-0, firmati rispettivamente da Vincenzo Guerini e Walter Speggiorin.