SCHERZO DI... CARNEVALE

06.12.2012 00:00 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
SCHERZO DI... CARNEVALE

Più che uno scherzo, si trattò di affronto vero e proprio. Un'offesa perpetrata al cuore di una città, di una tifoseria, di un popolo... il popolo viola. E non ce ne vogliano i romani romanisti, ancormeno i benpensanti ai quali suoneranno pericolose, portatrici di odio e violenza queste poche righe che andrete a leggere. Una cosa è certa: il tifoso della Fiorentina non potrà mai dimenticare ciò che accadde all'Olimpico di Roma il 6 giugno 1993. Due i momenti decisivi: il gol sbagliato da Andrea Carnevale a porta vuota durante Roma-Udinese della 34° ed ultima giornata di campionato, ed il gol di Stefano Desideri che pochi minuti dopo (si era all'80'...) fissò sull'1-1 il risultato di quella sciagurata partita. Il verdetto finale fu tremendo: Fiorentina in serie B (complice la classifica avulsa sfavorevole nei confronti degli stessi friulani e del Brescia), Udinese che poteva giocarsi la permanenza in serie A (poi raggiunta) nello spareggio contro lo stesso Brescia. A cucire il tutto un sospiro, un gemito di dolore che in quei minuti pervase l'aria primaverile intorno al “Comunale” di Firenze. In quei terribili minuti la Fiorentina della coppia Chiarugi-Antognoni maramaldeggiava sul Foggia di Zeman, lottava per un traguardo che le spettava, per censo, per blasone, per valore sul campo. La notizia del gol di Desideri, invece, voleva dire che la Fiorentina sprofondava in serie B: dopo due scudetti, 5 coppe Italia, dopo 55 anni dal campionato '37-'38... l'ultima retrocessione. Retrocedeva la Fiorentina di Cecchi Gori, di Effenberg e Batistuta, di Laudrup e Baiano, di Orlando e Di Mauro... Retrocedeva la squadra più forte che sia mai retrocessa. E tutto (o quasi, prima c'erano stati gli arbitri, il palazzo, Matarrese...) a causa di quel gol sbagliato a porta vuota. Non retrocedeva però Firenze, la Firenze sportiva, che si rimboccò le maniche e si rialzò subito l'anno dopo. Perchè tutta questa premessa? Perchè crediamo che quell'episodio sia la genesi dell'antipatia (eufemismo), dell'astio che intercorre  tra Roma e Fiorentina. Esattamente da quel 6 giugno 1993. Qualcuno potrà obiettare... Chi vi dice che Carnevale sbagliò apposta quel gol? Nessuno, figurarsi. Mancano le prove, oggi si direbbe... mancano le intercettazioni. Diciamo solo che l'anno dopo Andrea Carnevale passò proprio all'Udinese, salva anche grazie a quel gol sbagliato a porta vuota. Per questo abbiamo titolato “scherzo di Carnevale”, il resto lo lasciamo giudicare ad altri.

QUANDO EDMUNDO MANDO' IL TRAP... Dici Carnevale e, almeno a Firenze, si materializza l'immagine di Edmundo. Anche in questo caso i perchè ed i percome hanno fatto storia: è il 7 febbraio 1999, Fiorentina campione d'inverno che al “Franchi” affronta il Milan... secondo in classifica. Finisce 0-0, con Batistuta che a 10' dalla fine ci rimette un ginocchio. Fiorentina in crisi, Fiorentina menomata del suo fuoriclasse, Fiorentina che avrebbe bisogno dell'altro suo fuoriclasse. Che, invece, parte per il carnevale di Rio... come da contratto. Noi, però, torniamo a qualche mese prima, esattamente al 17 ottobre 1998. Si giocava Roma-Fiorentina per la 5° di campionato. Fiorentina prima incontrastata a punteggio pieno dopo 4 giornate, Fiorentina favorita all'Olimpico contro la Roma (oggi come allora...) di Zeman. E la partita sembra adeguarsi al pronostico. Al 32' Batistuta, lanciato splendidamente da Padalino, porta in vantaggio i viola con un mirabile “lob” su Chimenti in uscita. Sopratutto i viola esercitano una supremazia schiacciante, assoluta, inequivocabile, guidati da un Edmundo in stato di grazia. Però, c'è un però... In panchina per la Fiorentina siede Giovanni Trapattoni che al 73', fedele alla mentalità dei due punti, del difensivismo ad ogni costo, ordina il cambio: dentro Robbiati (sempre una punta, però più di raccordo) fuori Edmundo. Apriti cielo... O'Animal gliene dice di tutti i colori, lo manda platealmente a quel paese, esce gesticolando e sproloquiando. Il resto lo compirà il destino beffardo: nonostante la superiorità numerica (10 contro 9) la Fiorentina si siede, si affloscia, quasi come se l'uscita del brasiliano le avesse tolto la forza necessaria. Risultato? In cinque minuti, dall'89' al 94', la Roma rovescia il risultato. Prima il russo Alenichev (chi era costui?), poi Totti su iniziativa dell'argentino Bartelt (ancora... chi era costui?) firmano l'incredibile rimonta giallorossa, tra l'incredulità e lo stupore generale. Altri tempi, altri personaggi, ma nella settimana di Roma-Fiorentina anche questo fu (a suo modo) uno “scherzo di Carnevale”.